Colletotrichum acutatum H. Simmonds, fungo ascomicete, agente eziologico dell’antracnosi della fragola, è presente all’interno del territorio dell’Unione Europea, nel territorio nazionale e in quello regionale. Attualmente, l’organismo è categorizzato come Organismo Regolamentato Non da Quarantena (ORNQ) per il quale l’operatore professionale è tenuto a effettuare gli autocontrolli.


Sintomi

Le manifestazioni di antracnosi si rilevano su tutti gli organi della pianta. Particolarmente sensibili sono i frutti in fase di maturazione. Su stoloni, piccioli e peduncoli compaiono lesioni scure e incavate, di forma ellittica. Se persistono condizioni ambientali favorevoli, le macchie tendono progressivamente ad allungarsi e ad avvolgere a manicotto l'organo colpito, provocando una caratteristica strozzatura che causa arresto di sviluppo e avvizzimento della parte apicale. I sintomi sui frutti consistono in macchie brune rotondeggianti, depresse, di consistenza secca che possono espandersi, conferendo al frutto, nel caso non intervengano microrganismi secondari, un aspetto mummificato. Caratteristica è la colorazione scura degli acheni in corrispondenza delle lesioni. Con elevata umidità ambientale le macchie si presentano oleose e si ricoprono di essudati di colore arancio-salmone, costituiti dalle spore del fungo.

(JPEG - 74.9 KB)Spesso si assiste alla comparsa dei sintomi anche in magazzino, sui frutti apparentemente asintomatici in campo. In caso di elevata pressione della malattia si può verificare un attacco precoce che determina la necrosi dei fiori e dei frutticini, che rimangono anneriti e mummificati attaccati alla pianta. Le infezioni di C. acutatum a livello della corona avvengono mediante penetrazione del fungo a livello del terreno. Tagliando longitudinalmente o trasversalmente la corona appare un tipico imbrunimento della parte più esterna dell'apparato vascolare, a cui segue appassimento e disseccamento della parte aerea.

I sintomi fogliari non sono molto frequenti e sono sempre accompagnati dai sintomi, più tipici, sugli altri organi della pianta. Si manifestano con tacche necrotiche rotondeggianti od ovali circondate da un alone giallastro, posizionate frequentemente al margine del lembo fogliare. La gravità dell'attacco dipende, oltre che dalle condizioni ambientali ed agronomiche, anche dal grado di suscettibilità varietale: tra le cultivar attualmente più diffuse le più suscettibili alla malattia sono Alba, Antea, Arosa, Asia e Irma.


Epidemiologia

(JPEG - 93.4 KB)La fonte primaria di inoculo è costituita da materiale di riproduzione infetto (piante frigoconservate) o da propaguli fungini che permangono sui residui colturali presenti nel suolo. Questi sono in grado di sopravvivere nel terreno per diversi mesi in funzione della profondità di interramento e delle condizioni termiche e idriche dei suoli stessi.
Le infezioni possono già comparire subito dopo la piantagione qualora il materiale di provenienza frigoconservato sia infetto. C. acutatum può infatti sopravvivere per lunghi periodi anche a basse temperature (4-10 °C). Nella maggior parte dei casi i sintomi si manifestano in prossimità della raccolta quando a temperature ottimali per lo sviluppo del fungo (20-25 °C) si associano condizioni di elevata e persistente umidità nell'ambiente. L'elevata umidità ambientale è infatti condizione necessaria affinchè le spore di C. acutatum, prodotte all'interno degli acervuli sui tessuti colpiti, possano fuoriuscire. La dispersione delle spore è favorita dal vento, dalla pioggia e dall'acqua di irrigazione; in periodi caldo-umidi prolungati si susseguono più cicli di infezione che diffondono rapidamente la malattia. E' stata recentemente dimostrata anche la possibilità di C. acutatum di colonizzare la superficie fogliare come epifita, senza mostrare i sintomi tipici o sviluppare acervuli. Il fungo sarebbe in grado di moltiplicarsi producendo conidi secondari che, dispersi dagli schizzi d'acqua e dalle operazioni di raccolta, sarebbero causa di infezioni sui fiori e frutti. Spesso si possono infatti verificare infezioni anche gravi e diffuse sui frutti non sempre associate ad infezioni su altre parti della pianta.


Prevenzione e lotta

Il principale mezzo di diffusione della malattia è costituito dall'impiego di materiale di propagazione infetto. Piante contaminate da C. acutatum o con infezioni alla corona non accompagnate da sintomi esterni evidenti, se utilizzate per la costituzione di nuovi impianti, aumentano il rischio di trasmissione della malattia. Nelle zone dove già si sono verificati attacchi del patogeno è sconsigliabile impiantare cultivar suscettibili, allungare il ciclo produttivo delle piante ad oltre un anno e adottare pratiche colturali, quali irrigazione a pioggia e abbondanti concimazioni, che creano condizioni favorevoli per lo sviluppo della malattia. In presenza di sintomi è opportuno ricorrere a idonei preparati fungicidi posizionando i trattamenti verso la fine del periodo di fioritura e in prossimità dell'inizio della raccolta, per proteggere i frutti in fase di allegagione e ingrossamento. Inoltre è importante allontanare il più possibile il materiale infetto.
Al termine della produzione, tutti i residui colturali devono essere eliminati, bruciandoli o interrandoli in profondità.


Per approfondire


A chi rivolgersi

Tiziana Baschieri

Chiara Mazzoni