Sintomi

La malattia può colpire tutte le parti verdi della pianta, ma non è rara la sua presenza anche sui piccioli, scapi e organi fiorali. Inizialmente si manifesta con areole puntiformi, in corrispondenza delle quali i tessuti dapprima scoloriscono e successivamente imbruniscono. Le lesioni col tempo si espandono nelle caratteristiche macchioline per lo più rotondeggianti di 2-3 mm di diametro, circondate da un alone bruno-rossastro. Confluendo tra loro, le lesioni si possono trasformare in ampie aree disseccate che interessano buona parte del lembo fogliare. In condizioni climatiche favorevoli si arriva al completo disseccamento delle foglie.

Agente responsabile

Il fungo deuteromicete Cercospora beticola Sacc. è l'agente di questa malattia e sopravvive da un anno all'altro come micelio nei residui della vegetazione infetta rimasti nel terreno, anche in profondità (30-50 cm), o su piante spontanee.
Solo in rari casi lo svernamento può avvenire anche attraverso le spore del fungo (conidi) presenti sui glomeruli. La diffusione della malattia è dovuta ai conidi che si formano sui tessuti colonizzati dal fungo; la loro fomazione e dispersione nell'ambiente è legata a particolari condizioni climatiche. La fase di differenziazione avviene in 12-16 ore, con temperature comprese tra 25 e 30 °C e umidità relativa (UR) del 95%; il distacco del conidio avviene in risposta a stimoli meccanici quali correnti d'aria, attività di insetti, acqua ruscellante e variazioni di UR; infine, la dispersione raggiunge il massimo a 18 °C con UR dell'80% e si annulla sotto i 10 °C e sopra i 26 °C con UR inferiore al 60%. Giunti a contatto con l'ospite, i conidi germinano generando in prossimità degli stomi ife di inoculazione, caratterizzate da uno sviluppo molto rapido.
La germinazione è influenzata positivamente dalla temperatura e umidità relativa (le condizioni ottimali sono rappresentate da temperatura compresa tra 25 e 30 °C ed UR prossima al 100%), mentre è inibita dalla radiazione solare diretta. Le ife di inoculazione penetrano nell'ospite attraverso gli stomi aperti e, dalla camera ipostomatica, rapidamente invadono i tessuti della foglia. La penetrazione avviene in risposta a stimoli idrotropici: in particolare, è favorita dalla bagnatura fogliare durante le ore notturne. La velocità di penetrazione è massima con temperature attorno ai 25 °C e UR del 92%; si annulla quando l'UR è del 60%.
L'incubazione, cioè la fase di sviluppo del micelio all'interno dei tessuti fogliari dell'ospite fino alla manifestazione dei sintomi della malattia, può variare dagli 8 ai 14 giorni ed è fortemente condizionata da temperatura, umidità relativa ed età della foglia.
Al termine dell'incubazione, sulla superficie fogliare si rendono visibili le prime macchie necrotiche in corrispondenza delle quali si differenziano nuovi conidi in grado di dare origine ai successivi cicli infettivi.

Difesa

Contro la cercosporiosi si può intervenire sia direttamente, mediante l'impiego di fungicidi che indirettamente, mediante pratiche colturali quali, rotazioni, rimozione dei residui della vegetazione infetta, aratura profonda, disinfezione del seme, densità di semina, oppure più efficacemente facendo ricorso alle nuove varietà resistenti o tolleranti.
Le tecniche di lotta integrata e l'ottimizzazione dei trattamenti anticercosporici sono stati efficacemente riuniti nei disciplinari di produzione integrata a cui si rimanda.
Un utile ausilio alla razionalizzazione dei trattamenti anticercosporici è rappresentato dai modelli previsionali CERCOPRI e CERCODEP messi a punto dall'Università Cattolica del Sacro Cuore (UCSC) di Piacenza e adottati dal Servizio fitosanitario della Regione Emilia-Romagna nell'ambito dell'attività di Previsione e Avvertimento che esso svolge in ambito regionale.

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