Diabrotica virgifera virgifera Le Conte (Western corn rootworm) è un coleottero crisomelide originario degli Stati Uniti ed è considerato uno dei principali fitofagi del mais.

Piante ospiti

Il mais è l'unica coltura che consente lo sviluppo di popolazioni elevate e che può subire danni gravi da Diabrotica virgifera ma, occasionalmente, le larve possono svilupparsi su altre Poacee e gli adulti possono essere rinvenuti su Poacee, Asteracee, Fabacee e Cucurbitacee.

Distribuzione geografica

Fino al 1955 il crisomelide è rimasto confinato nel suo areale d'origine, e cioè nella parte occidentale degli USA, poi è andato rapidamente diffondendosi verso est e poi si è insediato in Messico, America centrale, ove sono presenti anche altre specie di Diabrotica e nel sud-America. Il parassita è arrivato per la prima volta in Europa nel 1992 in Serbia, nelle vicinanze dell'aeroporto Internazionale di Belgrado, da lì ha cominciato a diffondersi e, in poco tempo, è già stato segnalato in diverse aree e nazioni confinanti: Croazia ('95), Ungheria ('95), Romania ('96), Bosnia ('98), Bulgaria ('98), Montenegro ('98), Svizzera ('00) ed infine Austria ('02). In Italia per la prima volta è stato catturato nel 1998 presso l'aeroporto di Venezia. Negli anni successivi, è comparso in Lombardia, in Piemonte e in Friuli. In alcune di queste regioni, vista l'entità delle catture e l'estensione territoriale su cui si effettuano, si può ritenere che il fitofago vi sia ormai insediato.
In Emilia-Romagna, D. virgifera è stata trovata per la prima volta nel 2003 in alcuni impianti di mais delle province di Parma e Piacenza.

Biologia

In Europa come negli Stati Uniti D. virgifera compie una generazione all'anno. Il piccolo crisomelide sverna come uovo che comincia a schiudere da metà del maggio successivo con un picco delle nascite che viene attorno a metà giugno circa. Le larve che ne nascono, sono grinzose, di colore biancastro, con capsula cefalica bruna e sei zampe poste dopo la testa. Esse si muovono nel terreno nutrendosi delle radici del mais e di diverse altre graminacee e il loro sviluppo dura circa un mese al termine del quale possono raggiungere una lunghezza di 10-18 mm. Dopo tre stadi larvali nel terreno si forma la pupa, che di aspetto è biancastra e molliccia ma, siccome la metamorfosi avviene in 1-2 giorni, risulta poco visibile.
Gli adulti del crisomelide, lunghi circa 5-6 mm hanno una colorazione di fondo giallo carico con elitre più corte dell'addome e tre strisce longitudinali scure. Essi sfarfallano durante tutto il periodo estivo (picco a fine luglio- inizio agosto) e si nutrono sia delle foglie che degli stimmi dell'infiorescenza femminile del mais. Dopo una settimana circa gli adulti si accoppiano e iniziano l'ovodeposizione. In genere questa si ha in agosto. Una femmina depone qualche centinaio di uova nel terreno ad una profondità di circa 15 cm.

Sintomi e danni

Sono le larve che, nutrendosi delle radichette e scavando gallerie nelle radici più grosse, provocano il danno maggiore al mais. La pianta, danneggiata in seguito alla loro azione trofica, presenta un ridotto sviluppo radicale che la rende più soggetta ad allettamenti, ne riduce la capacità di assorbimento di acqua e nutritivi e, durante le operazioni di raccolta, provoca maggiori perdite di produzione. Un sintomo abbastanza tipico che si ritrova nei casi di elevata infestazione larvale è la presenza in campo di piante a "collo d'oca" ("goosenecked plants"). Si tratta di piante allettate che tendono a risollevarsi dal suolo curvandosi e formando gomiti. Quando è stata colpita la pianta può essere estratta dal terreno con facilità ed è possibile confrontare le radici colpite con una apposita scala di danno da 1 a 6 detta "Iowa scale" reperibile presso il sito Internet dell'O.E.P.P.(Organizzazione Europea per la Protezione delle Piante). Gli adulti possono provocare aborti fiorali e, in caso di forte infestazione, possono produrre seri danni in quanto sono in grado di ridurre notevolmente il numero dei fiori fecondati.

Prevenzione e lotta

(JPEG - 53.7 KB)Dal 2000 è iniziata l’emanazione di norme di lotta obbligatoria contro Diabrotica virgifera virgifera ma in seguito, con la decisione 2014/62/CE del 06/02/2014, la Commissione europea ha abrogato le misure d’emergenza intese a prevenire la propagazione di diabrotica del mais. Anche in Italia il D.M. 13/06/2014 ha disposto l’abrogazione delle norme fino allora vigenti e, pertanto, questo insetto non è più considerato come organismo nocivo da quarantena: non sono più in vigore né le misure di lotta obbligatoria, né il relativo obbligo di denuncia.

Poiché Diabrotica danneggia esclusivamente le coltivazioni di mais, il fattore chiave per prevenire o ritardare la comparsa di popolazioni elevate è l'abbandono della monosuccessione cui possono essere abbinate altre pratiche agronomiche che rendano più difficoltosa la sopravvivenza del crisomelide, quali le lavorazioni estive del terreno e l'uso preferenziale di ibridi a radici profonde facilmente rigenerabili in caso di attacco.

Raccomandazioni

Anche gli operatori agricoli possono collaborare nell'opera di prevenzione, cercando di evitare l'introduzione nel territorio regionale di materiale potenzialmente infestato (ad es. mais ceroso o piante con zolla di terra) proveniente dalle zone in cui è presente il fitofago.
Considerata la potenziale pericolosità dell'insetto e l'obbligatorietà della lotta eventuali sintomi sospetti sulle piante in coltivazione debbono essere segnalati al laboratorio di entomologia del Servizio fitosanitario regionale.