Specie nei nostri ambienti

Le tre specie descritte sono quelle più comunemente presenti nei nostri ambienti, riconoscibili per alcuni caratteri distintivi.

Tortrix viridana L. (Tortrice verde delle Querce)

(JPEG - 65.8 KB)Compie una sola generazione all'anno e sverna allo stadio di uovo deposto sui rametti delle querce. Le larve compaiono in aprile, con l'emissione dei nuovi germogli: sono verdognole, con il capo nero e il corpo punteggiato di nero. Le larve si cibano dei germogli e delle foglie di quercia, divorando anche ampie porzioni del lembo e lasciando invece intatta la nervatura centrale. Durante la loro attività trofica le larve della Tortrice verde ripiegano in modo caratteristico una porzione del margine fogliare verso la pagina inferiore, legandola con fili sericei. (JPEG - 49.7 KB)La larva, protetta da questo ricovero, continua ad alimentarsi arrivando a divorare fino ad una decina di foglie. L'attività delle larve prosegue fino alla fine di maggio, periodo in cui esse raggiungono la maturità e si incrisalidano entro un bozzolo sericeo biancastro tessuto fra le foglie danneggiate.
L'adulto, una piccola farfalla di colore verde chiaro, sfarfalla dopo una decina di giorni. Vola sia di giorno che di notte e, dopo essersi accoppiato, depone sui rametti della quercia una cinquantina di uova, disposte in coppia nelle vicinanze della gemma. L'intensità dell'attacco larvale varia enormemente da un anno all'altro e nelle annate di forte infestazione le larve arrivano a defogliare completamente le piante. In questi casi, per cercare nuove fonti di nutrimento l'insetto può occasionalmente spostarsi anche su altre latifoglie (carpino, leccio, faggio, nocciolo, ecc.). Attacchi di forte intensità che si ripetono per più anni possono compromettere l'accrescimento delle giovani piante, mentre le piante adulte di solito reagiscono con più facilità emettendo delle nuove foglie durante la stagione vegetativa.

Euproctys chrysorrea L.

(JPEG - 40.1 KB)La larva di questo lepidottero è nerastra, pelosa, con il capo color cuoio macchiato di nero e i segmenti dell'addome contraddistinti sul dorso da due linee arancio-rossastre. Può essere facilmente riconosciuta dai due tubercoli rotondi estroflettibili di colore rosso posti sul dorso, che secernono un liquido urticante. Le giovani larve trascorrono l'inverno all'interno di nidi fusiformi formati da foglie legate con fili sericei.
Con l'arrivo della primavera, in marzo/aprile, le larve escono dai nidi e si disperdono lungo la pianta conducendo per un breve periodo una vita gregaria. La loro alimentazione è costituita dalle foglie di quercia che vengono rapidamente erose nella pagina superiore. A fine giugno compaiono gli adulti che poi deporranno le uova dalle quali nasceranno le larvettine svernanti nei nuovi nidi.

Lymantria dispar L. (Bombice dispari)

(JPEG - 64.2 KB)Le larve di Limantria nascono alla ripresa vegetativa. Durante le prime fasi della loro vita rimangono riparate nelle anfrattuosità della corteccia e, calandosi al suolo appese ad un filo di seta, vengono trasportate in lontananza dai venti. Le larve neonate hanno infatti speciali setole dilatate, aerostatiche che aumentano la superficie di impatto con l'aria e ne facilitano la dispersione nell'ambiente. La larva, di colore bruno screziato di grigio e giallo, è leggermente urticante. Ha un aspetto tipicamente "peloso" dovuto alla presenza nella parte dorsale di tubercoli portanti lunghe setole: i tubercoli nelle prime cinque paia di segmenti sono bluastri mentre i restanti sono rossi. Lo sviluppo larvale dura dai due ai tre mesi a seconda delle condizioni ambientali e le larve raggiungono la maturità generalmente dalla fine di giugno in poi.
(JPEG - 74.3 KB)Gli adulti compaiono attorno alla metà di luglio e, dopo l'accoppiamento, depongono tipiche ovature feltrose di colore fulvo contenente fino a 500 uova ciascuna. Queste ovature sono molto caratteristiche e sono rinvenibili sul tronco delle piante attaccate ma, nei casi di forte infestazione, si possono trovare anche su pietre, muri, cartoni, ecc. Limantria colpisce di preferenza la Roverella (Quercus pubescens) ma attacca anche le altre specie di Quercus e svariate altre piante forestali (carpino, acero, faggio, castagno, ecc.). In caso di popolazioni molto elevate, l'attacco può interessare anche conifere, varie specie di piante arbustive ed erbacee.


Specie minori

(JPEG - 81.4 KB)Oltre ai tre defogliatori descritti, sulle querce possono essere presenti anche altre specie di insetti che provocano danni alla chioma. Tra queste troviamo il nottuide Orthosia munda Schiffermuller, e diverse specie di geometridi e tortricidi in corso di accertamento. Dal punto di vista pratico le larve dei geometridi sono riconoscibili perché hanno solo due paia posteriori di pseudozampe per cui si muovono "a compasso" simulando la misurazione della superficie su cui camminano, mentre numerose specie di tortricidi hanno l'abitudine di arrotolare il lembo fogliare delle piante ospiti con l'ausilio di fili sericei.


Come intervenire

I lepidotteri defogliatori non sono pericolosi per la salute umana pertanto vanno evitati i trattamenti indiscriminati alla chioma con insetticidi chimici . In modo particolare, non vanno effettuati interventi nelle aree boschive perchè potrebbero interferire con gli equilibri biologici esistenti.
Nel caso di forti attacchi su querce giovani, poste in prossimità di abitazioni, si può ricorrere a trattamenti con formulati microbiologici a base di Bacillus thuringiensis, un prodotto attivo nei confronti delle larve di lepidotteri e innocuo per tutti gli altri organismi, uomo compreso.

Le tre specie descritte sono quelle più comunemente presenti nei nostri ambienti, riconoscibili per alcuni caratteri distintivi.