In tale contesto è stato completato il programma regionale 2021 di lotta biologica per il contrasto al moscerino asiatico (D. suzukii) utilizzando il parassitoide esotico Ganaspis brasiliensis.

A monte di questa iniziativa vi è stato un approfondito lavoro di ricerca, coordinato dalla Fondazione Edmund Mach (FEM) di S. Michele all’Adige (TN) che ha riguardato l’individuazione, l’importazione e l’identificazione di agenti di controllo biologico specifici per D. suzukii dall’areale di origine del fitofago.

Da questi studi è emerso che il parassitoide G.brasiliensis fosse il più adatto per programmi di controllo biologico nei territori colonizzati, in quanto estremamente specifico nei confronti di D. suzukii.

Si tratta di un micro imenottero lungo circa 1,3 - 1,5 mm (assolutamente innocuo per l’uomo) che depone le uova nelle larve del moscerino dalle cui pupe sfarfallano gli adulti di G. brasiliensis, potenzialmente in grado di insediarsi nell’ambiente e moltiplicarsi a spese di D. suzukii deprimendone la popolazione.

Analogamente a quanto si sta attuando con un analogo progetto di lotta biologica rivolto a Cimice asiatica, che ha visto l’introduzione della vespa samurai (T. japonicus), l’obbiettivo è di raggiungere un equilibrio delle popolazioni di questi parassiti nell’ecosistema agrario, con auspicabili ricadute positive sulla pressione di infestazione.

 Il percorso normativo volto all’autorizzazione all’impiego di Ganaspis brasiliensis

La Fondazione E. Mach, ottenute le necessarie autorizzazioni, ha introdotto nell’agosto 2020 in condizioni di quarantena il ceppo G1 di G. brasiliensis originario del Giappone, presente nei laboratori di quarantena del CABI in Svizzera, per verificarne l’efficacia e stimarne l’impatto ambientale. Sulla base dei risultati delle ricerche di FEM e di altri Centri Internazionali è stato preparato, in collaborazione con numerose istituzioni tecnico-scientifiche italiane (fra cui Consorzio Fitosanitario di Modena), un documento di studio del rischio necessario per la richiesta di autorizzazione al rilascio in natura del parassitoide.

Le Regioni e Province Autonome interessate all’immissione del parassitoide sul proprio territorio, con il coordinamento del CREA-DC e l’intervento dei relativi Servizi Fitosanitari, hanno completato il dossier con gli elementi specifici e inviato la richiesta di autorizzazione al Ministero della Transizione Ecologica (MITE) nel maggio di quest’anno. Il dossier presentato è un articolato documento che descrive le caratteristiche biologiche ed ecologiche della specie G. brasiliensis e i possibili impatti sull’ecosistema; definisce le linee guida del programma di controllo biologico del moscerino asiatico (caratteristiche dei siti interessati, numero e tempistica dei rilasci, modalità del monitoraggio pre e post rilascio per valutare, in sicurezza, gli eventuali impatti sull’ ecosistema locale e l'efficacia nei confronti di D. suzukii ecc.); specifica, per ciascuna Regione e Provincia Autonoma, le motivazioni della richiesta di immissione del parassitoide e l’impatto positivo previsto sulle diverse realtà territoriali.

Nell’agosto di quest’anno si è concluso l’iter valutativo da parte del MITE che, a seguito dell’approfondito esame da parte del Consiglio del Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente e con il parere favorevole dei Ministeri della Salute e dell’Agricoltura, ha concesso l’autorizzazione al rilascio di G. brasiliensis a tutte le Regioni e Province Autonome che ne avevano fatto richiesta (Veneto, Valle d’Aosta, Piemonte, Emilia-Romagna, Campania, Puglia, Sicilia e alle Province autonome di Bolzano e di Trento).

Gli esiti del primo piano di monitoraggio e una dettagliata relazione saranno trasmessi al MITE entro il mese di dicembre 2021.

 Concluso il primo anno di rilasci in Emilia Romagna, seguiranno i monitoraggi di efficacia

Da inizio settembre sono iniziati i rilasci in campo del parassitoide nell’areale di coltivazione tipica del ciliegio di Vignola, su 5 siti lungo il “Percorso Natura” in area naturalistica, ricca di specie attrattive per D.suzukii  (es. rovi di more, mirabolani,  sanguinello, uva, fichi ecc.),  situata fra il fiume Panaro e l’area di coltivazione del ciliegio.

A seguito dei rilasci è previsto un programma di monitoraggio coordinato fra le diverse Unità Operative coinvolte, per valutarne l’insediamento e l'efficacia nei confronti della D. suzukii oltre che seguire l’evoluzione di questa introduzione sugli ecosistemi locali.

Gli esiti del piano del primo anno di monitoraggio saranno trasmessi al Ministero alla fine del 2021 con l’obiettivo di ripetere ed implementare l’attività nei prossimi anni, ampliando il programma alle aree più critiche della Regione. 

Le attività relative a questo nuovo ed ambizioso programma di lotta biologica inoculativa sotto il coordinamento del Servizio Fitosanitario di Regione Emilia-Romagna sono realizzate dal Consorzio Fitosanitario di Modena e dall’Università di Bologna.

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