Sintomi

La malattia si manifesta sui rami, branche e tronchi sotto forma di cancri caratterizzati da un margine profondamente fessurato e una netta zona di contatto fra la parte sana e quella ammalata. Quando il cancro circonda completamente l'organo colpito, si ha la morte della parte distale e quindi, se i cancri si verificano nella parte bassa del tronco, la pianta risulta completamente compromessa. La corteccia, in corrispondenza dei cancri, appare rigonfia, di aspetto bagnato e, già a partire dal mese di febbraio, sui cancri formati nell'autunno precedente, si possono osservare fitte punteggiature nere in rilievo costituite da corpi fruttiferi (picnidi) di Cytospora vitis immersi nei tessuti corticali.

Scortecciando in corrispondenza di queste punteggiature si può osservare, eventualmente con l'aiuto di una lente, la struttura tipica dei picnidi, formata da più loculi che confluiscono fra loro a formare uno stroma nero di aspetto cerebriforme di 0,6-1,5 mm di diametro. Circa un mese dopo la formazione dei picnidi, in presenza di umidità, dall'ostiolo presente al centro dello stroma picnidico, fuoriescono le spore del fungo sotto forma di lunghi cirri gialli, responsabili delle nuove infezioni.

Durante l'autunno e l'inverno, sui cancri, al centro dello stroma formato dai picnidi, si sviluppano anche i corpi fruttiferi della forma perfetta del fungo Valsa ceratosperma.

Epidemiologia

Il patogeno si conserva durante il periodo invernale nel legno infetto sia sui cancri formati durante la stagione precedente, che nei residui di vegetazione infetta lasciati nel frutteto. La penetrazione nell'ospite avviene in corrispondenza del punto di distacco dei frutti, dei tagli di potatura, delle biforcazioni e delle ferite causate dalle incurie del tempo e da danni meccanici.
Alla fine dell'inverno sui vecchi cancri si formano i picnidi le cui spore, liberate in concomitanza delle piogge, sono responsabili della diffusione dell'infezione.

La maggior parte delle nuove lesioni appaiono in primavera, fra marzo e il tardo aprile. Da questi cancri primaverili si differenziano i picnidi verso metà maggio che libereranno le spore all'inizio dell'estate. Gli esiti di queste nuove infezioni si potranno osservare solo durante l'autunno: infatti, mentre in primavera-inizio estate i cancri si accrescono rapidamente a causa dell'invasione del tessuto corticale e del floema da parte delle ife del fungo, nel restante periodo estivo, così come in inverno, il processo infettivo è più lento.

Per quanto riguarda il ruolo nella diffusione della malattia da parte delle ascospore di Valsa ceratosperma, formate sui cancri all'interno dei periteci durante l'autunno e l'inverno, non si hanno molte informazioni.

Difesa

In attesa di mettere a punto specifiche strategie di lotta nei confronti di questa malattia, si ritiene che gli usuali trattamenti fungicidi con rameici o altri preparati di sintesi, applicati contro Nectria galligena o altri miceti agenti di cancri rameali, siano in grado di svolgere una certa azione anche nei riguardi di questo patogeno.
Di fondamentale importanza, al fine di ridurre l'inoculo presente nell'ambiente, è la rimozione e la distruzione dei tessuti con cancri nel tardo autunno o a fine inverno, prima della liberazione delle spore dai picnidi. Poiché, nei periodi di maggiore attività del patogeno, esso è presente nella corteccia anche 5 cm oltre al limite visibile del cancro, è consigliabile asportare i rami infetti tagliandoli almeno 10 cm sotto il cancro.