La diffusione della specie sulle lunghe distanze è in gran parte legata al commercio di pneumatici usati particolarmente attivo nelle aree del Nord. Le femmine, infatti, depongono le uova sulla superficie interna dei pneumatici dove rimangono vitali per alcuni mesi. Quando l’acqua piovana si raccoglie all’interno dei pneumatici, determina la schiusa delle uova e l’avvio del ciclo di sviluppo larvale. La diffusione di questa zanzara nelle brevi distanze, come per esempio nell’ambito metropolitano, è invece dovuta, presumibilmente, al trasporto di adulti negli abitacoli degli automezzi. Questo fa sì che una volta insediata la sua diffusione diventi assai rapida.
È da tempo accertata la responsabilità della zanzara tigre nella trasmissione di numerose malattie, fra le quali la più nota è il dengue. È stato evidenziato inoltre che Aedes albopictus è in grado di trasmettere arbovirosi indigene quali il la cross in America e la febbre gialla in Africa e Sud America.
In Italia il ruolo di Aedes albopictus come vettore è ancora da accertare, potrebbero però verificarsi casi di trasmissione in relazione alla presenza di persone infette non sottoposte a controllo sanitario, che fungerebbero da serbatoi.
In campo veterinario è accertata la capacità di trasmissione di Dirofilaria immitis e D. repens, quindi Aedes albopictus può contribuire alla diffusione della filariosi canina. Questa zoonosi risulta attualmente molto diffusa in varie aree del nostro Paese e in pianura Padana interessa fino al 50% dei cani. La notevole antropofilia della zanzara tigre e la capacità di insediarsi stabilmente negli ambienti urbani la portano a sviluppare una stretta convivenza con l’uomo, riducendo comunque i livelli di vivibilità degli ambienti colonizzati.

Il ciclo vitale

Originaria delle zone forestali del Sud-Est asiatico, Aedes albopictus è una specie di zanzara che si è ben adattata agli ambienti urbani.
Le uova vengono deposte singolarmente in zone umide soggette a variazioni di livello dell’acqua e riescono a superare anche inverni molto rigidi con temperature fino a -10 °C.
Nelle zone d’origine le uova vengono deposte in piccole raccolte di acqua quali cavità degli alberi e ascelle fogliari. L’adattamento urbano ha riguardato anche i luoghi di ovideposizione, costituiti da contenitori in grado di raccogliere acqua presenti all’esterno delle abitazioni (come sottovasi e altri piccoli recipienti) e dalle caditoie stradali.
L’intero ciclo larvale ha una durata, a seconda della temperatura, che varia dai 5 ai 20 giorni. Morfologicamente l’adulto è facilmente distinguibile dalle specie indigene. È di colore scuro e presenta scaglie bianche e lucenti, che formano una linea longitudinale sul dorso del torace e del capo. Altre bande ben evidenti (sempre formate da scaglie bianche) sono situate sulle zampe.
Maschi e femmine vivono in ambienti umidi e ombreggiati.
Compiono spostamenti brevi (qualche centinaio di metri) dal luogo di sviluppo larvale, volando a poca distanza dal suolo e si cibano di sostanze zuccherine.Le femmine, raggiunta la maturità sessuale, dopo l’accoppiamento compiono il pasto di sangue per la maturazione delle uova che verranno deposte pochi giorni dopo. Un carattere etologico distintivo è l’abitudine di aggredire durante le ore diurne, all’aperto e solitamente in ambienti ombreggiati. La femmina è dotata di elevata aggressività verso l’uomo ma può pungere anche altri mammiferi.

Attualmente in Emilia Romagna Aedes albopictus è presente nelle province di Bologna, Modena, Ravenna, Forlì-Cesena, Rimini, Reggio Emilia e Ferrara.

Interventi su più fronti

Un efficace controllo della zanzara tigre si deve articolare su cinque livelli operativi:

  • monitoraggio attuato attraverso l’uso di ovitrappole standard;
  • controllo capillare del territorio per l’individuazione e l’eliminazione dei microfocolai;
  • disinfestazione dei focolai inamovibili;
  • informazione dei cittadini;
  • Ordinanza Sindacale.

Il monitoraggio con ovitrappole ha lo scopo di verificare la diffusione della zanzara sul territorio per indirizzare le attività di lotta.
L’ovitrappola è costituita da un bicchiere di plastica, di colore nero, della capacità di 300 cc circa, forato a 3/4 di altezza per il tutto pieno; all’interno del bicchiere viene posta una listella di masonite sulla quale le femmine depongono le uova. Le ovitrappole vengono posizionate in stazioni fisse e attivate da maggio a ottobre.
La zanzara tigre ha trovato il suo habitat ideale nelle aree più verdi e umide dei centri abitati, principalmente in abitazioni circondate da orti e giardini. Questa caratteristica fa sì che la distribuzione sul territorio risulti discontinua nello spazio, tipicamente a macchia di leopardo. Inoltre la capacità di poter sfruttare ogni piccola raccolta d’acqua ne rende estremamente complesso il controllo. Il presidio del territorio è, quindi, indispensabile per ottenere risultati soddisfacenti. Risulta utile procedere alla ricerca ed eliminazione sistematica dei focolai.
Il controllo delle forme larvali rappresenta la strategia più efficace, in quanto di tipo preventivo e a basso impatto ambientale. Occorre comunque avvalersi della collaborazione della cittadinanza, la quale deve essere opportunamente sensibilizzata attraverso campagne di comunicazione e divulgazione.

I trattamenti devono essere eseguiti capillarmente in tutte le caditoie stradali tramite un formulato, Bacillus thuringiensis ssp. israeliensis, con una cadenza di circa 10 giorni nell’arco della stagione favorevole allo sviluppo larvale.
Inoltre, a partire dal mese di maggio, le Amministrazioni Comunali mettono a disposizione dei cittadini lo stesso microrganismo sotto forma di un formulato granulare, biologico, pronto all’uso e di facile manipolazione e applicazione.
In collaborazione con le Asl territorialmente competenti, le Amministrazioni Comunali possono, inoltre, emanare un’Ordinanza Sindacale, che vieta ai cittadini di lasciare incustoditi contenitori di varia natura i quali possano favorire lo sviluppo larvale della zanzara tigre.

Attenzione non confondere la zanzara tigre con la tipula

Zanzara tigre
• L’adulto ha le stesse dimensioni della zanzara comune.
• Il colore del corpo è molto scuro, quasi nero, con fasce bianche sulle zampe.
• Sul dorso è ben visibile una linea bianca caratteristica.
• Punge l’uomo prevalentemente durante il giorno e nelle zone ombreggiate.
• La larva, sottile e allungata, vive esclusivamente in acqua e misura, al massimo, 1cm.

Tipula
• L’adulto è molto più grande della zanzara comune, con ali membranose, strette e allungate.
• Il colore del corpo è generalmente bruno con zampe molto lunghe.
• Non punge assolutamente né l’uomo né gli animali domestici.
• La larva è di forma cilindrica, di colore grigio terra e vive nel terreno.
• Le larve danneggiano i prati, le piante ortive e i cereali soprattutto in primavera.

Disposizioni comunali per il contenimento della zanzara tigre

  • Rimuovere i contenitori non utilizzati o abbandonati.
  • Chiudere ermeticamente, con teli di plastica o con coperchi, i recipienti utilizzati per contenere acqua in orti e giardini.
  • Eliminare i sottovasi oppure immettere nell’acqua presente dei fili di rame (circa 20 grammi) privati della guaina plastica.