Che cosè

E' un lepidottero minatore fogliare proveniente dalla repubblica di Macedonia. E' arrivato in Italia all'inizio degli anni '90 ed è attualmente diffuso in tutte le regioni centro-settentrionali, compresa l'Emilia-Romagna.
Infesta esclusivamente l'ippocastano, in particolare quello a fiori bianchi; le varietà di ippocastano a fiori rossi risultano in genere meno colpite.


Come vive

Gli adulti di Cameraria ohridella sono farfalline lunghe pochi millimetri, di colore bruno e caratteristiche striature bianco-argentee sulle ali. Compaiono in maggio e prima di ogni ovideposizione si concentrano in gran numero sui tronchi, invadendo anche abitazioni, esercizi commerciali e manufatti posti in prossimità degli alberi infestati.
(JPEG - 49.7 KB)Le femmine depongono uova isolate sulla pagina superiore delle foglie; da queste sgusciano le larve che scavano all'interno delle foglie delle gallerie (mine) lunghe fino a 4 cm. In caso di forti attacchi più mine confluiscono fra loro e la foglia dissecca e cade precocemente.
In Emilia-Romagna l'insetto svolge 4 generazioni all'anno e sverna come crisalide nelle foglie colpite e cadute a terra.

Cosa danneggia

I danni sono limitati esclusivamente alle piante di ippocastano e sono provocati dall'attività delle larve a carico delle foglie. Le mine fogliari sono i segni caratteristici dell'infestazione: osservando la foglia in controluce, sono riconoscibili i contorni della mina, la larva e i suoi escrementi.
Le infestazioni interessano in un primo tempo la parte più bassa della chioma, per poi diffondersi alle foglie più alte con il passare delle generazioni.
In presenza di forti attacchi di Cameraria ohridella si possono osservare diverse decine di mine per foglia. In queste condizioni l'albero può arrivare alla completa defogliazione già nei mesi di luglio-agosto e talvolta si può verificare una seconda fioritura a fine estate-inizio autunno.
Infestazioni di Cameraria ohridella ripetute negli anni riducono lo sviluppo vegetativo degli ippocastani e ne compromettono la vitalità. L'insetto non rappresenta un pericolo per altre specie vegetali e per l'uomo.

Come si combatte

(JPEG - 55.9 KB)Per il controllo di Cameraria ohridella possono essere attuate diverse strategie che, se opportunamente integrate tra loro, sono in grado di fornire risultati soddisfacenti.
Entro la fine dell'inverno è importante raccogliere e distruggere le foglie cadute a terra all'interno delle quali svernano le crisalidi del lepidottero. Questo intervento può certamente contribuire a limitare le infestazioni della successiva stagione vegetativa.
In primavera si può monitorare il volo degli adulti utilizzando le trappole con il feromone specifico per Cameraria ohridella.
In futuro, con il graduale aumento degli insetti antagonisti, è ipotizzabile un controllo naturale dell'insetto, come è avvenuto per altri microlepidotteri accidentalmente introdotti nel nostro Paese. Esistono infatti numerose specie di parassitoidi (soprattutto Imenotteri Eulofidi, Icneumonidi e Braconidi) che vivono a spese delle larve e delle crisalidi di Cameraria ohridella.
Per non ostacolare l'azione degli antagonisti naturali, si dovrà ricorrere alla lotta chimica contro il fillominatore solo in casi eccezionali, e comunque non tutti gli anni.

(JPEG - 62.7 KB)Nell'impostazione degli interventi di difesa è importante attenersi alle seguenti indicazioni:

Per non interferire con l'attività degli insetti pronubi, è vietato eseguire trattamenti agli ippocastani durante la fioritura la quale, a seconda della zona e dell'andamento stagionale, inizia attorno al 15-20 aprile e si protrae per circa un mese. Alla caduta dei petali andranno impiegati esclusivamente prodotti fitosanitari autorizzati per questo insetto su colture ornamentali.

I preparati utilizzabili sono diversi a seconda che i trattamenti siano eseguiti alla chioma oppure si ricorra ad applicazioni endoterapiche (iniezioni al tronco). Queste ultime possono essere eseguite con abamectina (es. Vertimec PRO).

Qualora si intervenga con iniezioni al tronco si raccomanda di:

  • Ricorrere a personale specializzato
  • Non effettuare iniezioni su ippocastani con cavità o con sintomi di carie del legno
  • Non ripetere trattamenti endoterapici su ippocastani trattati lo scorso anno
  • Disinfettare i fori di iniezione
  • Verificare nel tempo la cicatrizzazione dei fori
  • Se si interviene su verde pubblico con il metodo ad assorbimento naturale (flebo), assicurare la sorveglianza del cantiere per l'intero periodo di tempo in cui le sacche rimangono appese agli alberi (il che può significare anche un'intera giornata). L'ippocastano, infatti, ha tempi di assorbimento mediamente piuttosto lunghi con questa tecnica applicativa.