Cancro colorato del platano - scheda tecnica
Piante ospiti
La prima segnalazione della malattia risale al 1926 nel New Jersey e da qui si è progressivamente estesa a varie zone della fascia orientale degli USA e successivamente in Europa. In Italia il cancro colorato si è manifestato nel 1954 in Campania, particolarmente a Caserta, dove ha completamente distrutto le piante secolari che costituivano l'alberatura monumentale del viale di accesso alla famosa reggia della città. Bisogna tuttavia attendere gli anni '70 per registrare una forte espansione dell'areale di diffusione dell'infezione in altre regioni e precisamente in Toscana, Veneto e Liguria. Attualmente la malattia si può ritenere ubiquitaria nel nostro paese; in Emilia-Romagna sono presenti focolai in tutte le province.
Sintomi
I sintomi dell'infezione si manifestano sia sul tronco che sulla chioma. Quando l'attacco è localizzato sul tronco, si notano cancri più o meno estesi di forma triangolare o ellissoidale in corrispondenza dei quali si formano depressioni e fessurazioni. La corteccia assume una caratteristica colorazione bruno-violacea, che contrasta con quella verde chiara delle vicine parti non infette. Man mano che la malattia progredisce, la corteccia si rigonfia e si screpola longitudinalmente, mentre il legno sottostante imbrunisce fino a raggiungere un colore caffelatte. Spesso, alla base delle piante colpite, vengono emessi dei polloni. Sulla chioma la sintomatologia di questa fitopatia può avere due decorsi: uno acuto ed uno cronico, più graduale. La fase acuta consiste in un improvviso disseccamento di alcune branche o dell'intera chioma che si manifesta maggiormente in estate. Le foglie colpite e completamente disseccate possono rimanere sulla pianta anche per lungo tempo.
Se l'andamento dell'infezione è invece di tipo cronico, il decorso è più lungo (2-3 anni) e consiste in un progressivo deperimento degli esemplari colpiti, con ingiallimenti, ritardo vegetativo e sviluppo stentato.
Biologia ed epidemiologia
Le più comuni vie di penetrazione della Ceratocystis platani sono rappresentate dalle ferite, anche di piccolissime dimensioni, presenti sul tronco o sulle radici. Di qui il fungo si diffonde rapidamente negli elementi xilematici provocando la produzione di tille che occludono i vasi legnosi. Sulle superfici infette e in corrispondenza di ferite, con temperature comprese tra i 5 e i 35 °C, il fungo germina producendo conidi che diffondono l'infezione. Anche l'uomo, attraverso le potature e la dispersione nell'ambiente di segatura o altro materiale infetto può quindi contribuire alla diffusione della malattia. L'infezione può passare da una pianta all'altra anche attraverso anastomosi radicali, cioè tramite l'unione tra radici qualora le piante siano vicine tra loro. Altro mezzo di contagio sembra essere l'acqua dei fossati che trasporta l'inoculo presente nelle radici ammalate o nei residui vegetali derivanti dalla potatura o dall'abbattimento di esemplari infetti.
Prevenzione e lotta
Allo stato attuale il controllo di questa fitopatia è esclusivamente di tipo preventivo. Occorre pertanto rispettare le norme di profilassi indicate nel D.M. 29 febbraio 2012 “Misure di emergenza per la prevenzione, il controllo e l'eradicazione del cancro colorato del platano causato da Ceratocystis fimbriata”.