Cocciniglia tartaruga del pino
La cocciniglia Toumeyella parvicornis (Cockerell) è normata a livello nazionale dal Decreto Ministeriale del 3 giugno 2021 contenente le misure fitosanitarie di emergenza ai fini del contrasto dell'organismo nocivo.
A livello europeo la cocciniglia non è regolamentata e non è presente in alcuna lista EPPO.
Toumeyella parvicornis è denominata “Pine tortoise scale”, cocciniglia tartaruga del pino, per la particolare morfologia del corpo delle femmine adulte, che richiama quella del carapace di una tartaruga. La specie ha la capacità di espandersi e di insediarsi in nuove aree geografiche con estrema rapidità. La diffusione del parassita avviene per contatto fra alberi vicini, ma può essere facilitata anche, in forma passiva, ad opera di animali, del vento e perfino delle turbolenze a livello delle chiome, originate dal passaggio di automezzi pesanti lungo strade con presenza di esemplari infestati dal fitofago.
La presenza di T. parvicornis è stata accertata per la prima volta anche in Europa in particolare in Campania (Italia) su Pinus pinea nel 2014, nell’area urbana di Napoli (Garonna et al., 2015). Allo stato attuale la cocciniglia tartaruga è presente in Campania e nel Lazio.
Sintomatologia
Toumeyella parvicornis produce una quantità di melata così abbondante da conferire alle chiome colpite un aspetto luccicante, già visibile quando l’infestazione è in fase ancora iniziale. In pini attaccati da tempo, le stratificazioni di melata determinano lo sviluppo di fumaggini che ricoprono progressivamente gli organi colpiti e le zone sottostanti con un feltro nerastro. L’ingente suzione di linfa e l’enorme produzione di melata riducono la capacità fotosintetizzante delle piante.
Gli alberi colpiti presentano ingiallimento della chioma, caduta anticipata degli aghi di due-tre anni e forti deperimenti; le piante molto debilitate possono morire nel giro di pochi anni.
Il pino domestico (Pinus pinea) è la specie maggiormente suscettibile a T. parvicornis; il pino marittimo (Pinus pinaster) mostra una maggiore tolleranza, mentre altre specie, come il Pino d’Aleppo (Pinus halepensis), sono resistenti agli attacchi della cocciniglia.
Ciclo biologico
La cocciniglia tartaruga manifesta un’elevata capacità di adattamento ai vari ambienti, variando il numero di generazioni che riesce a svolgere in un anno, a seconda dei limiti termici delle zone climatiche in cui la specie si è insediata.
UOVA: sono ovoidali e di un colore rossastro.
NEANIDI: le neanidi di prima età sono mobili e si spostano verso l’apice per alimentarsi a carico dei nuovi germogli; successivamente esse si fissano in forma di follicoli ai rametti e perdono la loro capacità di spostarsi, dando origine poi ad individui femminili o maschili. Le forme femminili, inizialmente di colore chiaro-rossiccio, durante la maturazione virano al marrone e presentano dorsalmente macchie e strisce scure. I follicoli maschili sono ovali, bianchi e traslucidi.
ADULTI: le femmine adulte che si alimentano lungo l’asse dei germogli (sede di infestazione più diffusa) hanno una forma semisferica con i margini del corpo leggermente rialzati, simile ad un carapace di tartaruga. La forma diventa, invece, allungata quando la cocciniglia si sviluppa sugli aghi. I maschi si evolvono in adulti in poche settimane, sono tipicamente alati e presenti in periodi limitati durante l’anno.
Nelle aree temperate la specie sverna come femmina fecondata che ad inizio primavera riprende ad alimentarsi abbondantemente per favorire la maturazione delle uova. In questa fase si possono evidenziare le prime forti emissioni di melata. Nelle regioni in cui la cocciniglia è già presente (Lazio, Campania), si possono susseguire fino a 3 generazioni. In Campania, la prima ovideposizione dell’anno si verifica a partire dalla seconda metà di aprile e prosegue per oltre un mese (Garonna et al., 2018). La nascita delle neanidi è continua, essendo la specie ovovivipara, mentre la fase dell’accoppiamento si verifica a partire dalla fine della prima decade di giugno (Garonna et al., 2018). La seconda ovideposizione si ha da fine giugno inizio luglio e la terza in settembre. Una piccola parte della popolazione può riprodursi fino a novembre, dando complessivamente luogo a 3-4 generazioni all’anno nel nostro territorio (Garonna et al., 2018). Lo svernamento avviene sotto forma di giovani femmine fecondate di ultima generazione.
Prevenzione e lotta
Trattamenti antiparassitari con prodotti endoterapici alla chioma sembrano avere una buona attività di contenimento delle popolazioni.
Il controllo naturale del parassita avviene con difficoltà, poiché in Italia non sono presenti antagonisti in grado di contenere efficacemente le popolazioni. Il fattore di contenimento delle popolazioni che incide maggiormente è l’andamento climatico stagionale: piogge intense e prolungate determinano forti mortalità degli stadi giovanili in primavera ed autunno, durante la migrazione delle neanidi di I età verso l’apice dei germogli, periodi di siccità ed alte temperature in estate causano elevate morie di uova e neanidi.
Per verificare la presenza della cocciniglia, ispezionare eventuali aghi a terra con presenza di stadi della cocciniglia. Per il monitoraggio di esemplari con altezze di 15-20 metri, è essenziale l’utilizzo di svettatoi e/o piattaforme per l’osservazione della chioma dell’albero e il prelievo di campioni. In tal modo può essere controllata la presenza di fumaggini, adulti e neanidi su aghi e germogli, fusto e rami. Le forme giovanili sono rilevabili in primavera estate.
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Normativa
Decreto Ministeriale del 3 giugno 2021 pubblicato sulla GU n. 173 del 21 luglio e contenente le misure fitosanitarie di emergenza ai fini del contrasto dell'organismo nocivo Toumeyella parvicornis (Cockerell) (Cocciniglia tartaruga)
A chi rivolgersi