Fitosanitario e difesa delle produzioni

Maculatura batterica della soia

(Pseudomonas syringae pv. glicinea)

E' una malattia trasmissibile per seme e i primi casi in Italia sono stati segnalati nel 1981. Benchè sia oggi presente nelle aree di coltivazione della soia, non sono stati finora segnalati danni ingenti alle produzioni.

Sintomi

Le infezioni primarie compaiono principalmente ai margini dei cotiledoni con tacche scure Infezione da Pseudomonas syringae pv. glycinea spesso   coperte da una pellicola di essudato batterico che costituisce la maggior fonte di inoculo per le infezioni secondarie favorite dal clima fresco, umido e ventoso.
Le maculature fogliari si presentano angolari, dapprima idropiche, successivamente di colore rosso-nerastre contornate da un alone clorotico. Dalla confluenza di più lesioni si formano ampie aree necrotiche irregolari la cui porzione centrale si può staccare. Meno frequentemente si possono osservare ampie lesioni nere sullo stelo.

Agente responsabile

Agente della maculatura fogliare è Pseudomonas syringae pv.glicinea, batterio trasmissibile per seme. Ai fini della commercializzazione, per il seme sono previste analisi batteriologiche di controllo secondo le norme riportate nel D.M. 12 ottobre 1992 "Attuazione della direttiva della Commissione delle Comunità europee n. 92/9/CEE che modifica taluni allegati della direttiva del Consiglio n. 69/208/CEE del 30 giugno 1969 relativa alla commercializzazione delle sementi di piante oleaginose o da fibra". Attualmente dette analisi vengono effettuate presso i laboratori dell'Ente Nazionale Sementi Elette (ENSE).

Epidemiologia

Il patogeno può sopravvivere, da una stagione all'altra - non oltre - nei residui di vegetazione infetta rimasta nel terreno in condizioni climatiche fredde e asciutte.
Di gran lunga più importante dal punto di vista epidemiologico è tuttavia la sopravvivenza del patogeno nel seme (2 anni) dove può essere presente sia sulla superficie esterna che al suo interno.
Il seme si può infettare anche durante le operazioni di raccolta o in fase di conservazione.
Le infezioni primarie dei cotiledoni costituiscono la principale sorgente di inoculo per le infezioni secondarie che si verificano per trasporto dei batteri in mezzo liquido (acqua piovana o di irrigazione) operato dal vento.
La penetrazione nei tessuti della pianta avviene per via stomatica o per ferite ed i batteri si moltiplicano poi negli spazi intercellulari dei parenchimi.
Il patogeno è in grado di moltiplicarsi sulle superfici vegetali e non dare sintomi di malattia finchè non si verificano condizioni ambientali idonee.

Difesa

La lotta a questa batteriosi può essere attuata seguendo prevalentemente criteri di prevenzione quali l'impiego di seme sano proveniente da coltivazioni controllate e l'adozione di rotazioni colturali di 2 anni con piante non suscettibili alla malattia.

A chi rivolgersi

Ambra Alessandrini

Rossella Gozzi

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ultima modifica 2024-11-02T17:10:08+01:00
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