Rizottoniosi della soia - scheda tecnica
Due sindromi sono riconducibili a questa malattia: l'infezione dello stelo e della radice e un'alterazione, più rara, degli organi aerei, soprattutto foglie e baccelli. Anche se può avvenire in ogni momento del ciclo, l'attacco al piede è più frequente su piante giovani, mentre l'infezione dell'apparato aereo interessa piante ormai mature o senescenti.
Sintomi
Il cancro delle radici e dello stelo ha inizio come lesione degli strati corticali esterni delle radici e del colletto. Già in questa prima fase i tessuti colpiti assumono una tipica colorazione bruno-rossastra, elemento sintomatico caratteristico di questa malattia. Se le condizioni ambientali sono favorevoli, l'infezione progredisce lungo lo stelo e le radici, finendo per indebolire la pianta o, nei casi più gravi, determinarne la morte.
Quando compaiono i primi sintomi in campo è quasi sempre oramai troppo tardi per intervenire: l'infezione è già in una fase avanzata. È raro che la malattia si presenti su singole piante sparse; più frequente è il caso di chiazze isolate di alcune piante in corrispondenza di affossamenti del terreno dove c'è ristagno d'acqua. Nei suoli pesanti, asfittici, il fenomeno può essere ancora più esteso; attacchi generalizzati si possono avere anche nei terreni carenti di elementi nutritivi (soprattutto calcio, magnesio, ferro, azoto, fosforo, zolfo) dove la malattia è favorita indirettamente dalle condizioni di indebolimento delle piante. L'alterazione fogliare riconducibile a rizottoniosi si manifesta dopo la fioritura. A partire dalla parte basale della pianta si ha un imbrunimento delle foglie e talvolta dei baccelli e dello stelo che si estende progressivamente ai palchi più alti. L'alterazione può essere uniforme, sull'intero lembo fogliare, oppure presentarsi in forma di macchiettatura. I baccelli e lo stelo vengono in genere infettati secondariamente per contatto con foglie che hanno contratto la malattia. Non sembra esistere una correlazione tra il cancro radicale e la sindrome fogliare.
Agente responsabile
Il nome del patogeno è Rhizoctonia solani (teleomorfo: Thanatephorus cucumeris) un microrganismo comune del terreno, la cui sopravvivenza non è necessariamente legata alla presenza di ospiti vegetali.
R. solani può infatti vivere come saprofita su tessuti vegetali morti; non produce spore, le uniche strutture che è in grado di differenziare sono il micelio e gli sclerozi, elementi di sopravvivenza costituiti da ammassi compatti di cellule.
Come patogeno, è segnalato su un gran numero di ospiti vegetali: in base alle caratteristiche morfologiche, fisiologiche e di patogenicità sono stati identificati nell'ambito della specie diversi ceppi omologhi o "gruppi di anastomosi".
Epidemiologia
Gli attacchi di R. solani sono favoriti da condizioni climatiche caldo-umide e da tutti quei fattori agronomici che riducono la vigoria delle piante.
La quantità di inoculo nel terreno dipende non solo dalle condizioni chimico-fisiche (umidità, temperatura, acidità ecc.), ma anche dalla componente biologica. Esistono infatti degli antagonisti naturali di R. solani la cui presenza nel suolo è sufficiente per contenere a livelli bassi le popolazioni del fungo. Le temperature ottimali per lo sviluppo del patogeno sono comprese tra 24 e 29 °C, anche se è possibile che l'infezione abbia luogo a valori termici più bassi (fino a 15 °C). Sono da ritenersi pericolose le forti escursioni termiche: periodi piovosi e freddi, seguiti da giornate con temperature più elevate.
Difesa
Il ricorso a seme sano e l'adozione di adeguate misure di carattere agronomico sono presupposti essenziali per una efficace prevenzione della malattia. È importante prestare la massima attenzione allo stato nutrizionale e al drenaggio del suolo, avendo cura che non si costituiscano ristagni d'acqua.
Si vedano le norme tecniche dei Disciplinari di produzione integrata della Regione Emilia-Romagna.