Tignola del pomodoro - scheda tecnica
E' arrivato in Italia nel 2008, e desta particolare preoccupazione per la sua dannosità e rapidità di diffusione. I primi casi in Emilia Romagna.
Diffusione e piante ospiti
E' un piccolo lepidottero gelechide, originario del Sud America, comunemente conosciuto come "Tignola del pomodoro". Causa gravi danni alla coltura del pomodoro (Lycopersicon lycopersicum), sia in coltura protetta che in pieno campo, ma risulta dannoso anche per patata (Solanum tuberosum), tabacco (Nicotiana tabacum), melanzana (Solanum melongena) e peperone (Capsicum annum), oltre che per altre solanacee coltivate e spontanee (Datura stramonium e Solanum nigrum).
(98.35 KB)La specie è giunta da pochi anni in Europa (Spagna, 2006) diffondendosi rapidamente nell'area mediterranea (Algeria, Marocco, Corsica, Italia,Tunisia). E' oggi presente in quasi tutte le regioni italiane del Centro Sud e nelle due isole maggiori ed è probabile che la sua espansione prosegua a rapide tappe fino ad interessare l'intero territorio italiano. Nel 2009 T. absoluta è stata intercettata in Emilia Romagna su pomodori freschi provenienti dalla Sicilia. In seguito sono stati catturati adulti dell’insetto con trappole a feromoni nelle vicinanze di mercati posti nelle province di Parma, Piacenza, Forlì-Cesena. Da quei focolai iniziali sono partite le prime infestazioni di campo e in coltura protetta che attualmente interessano alcune limitate aree in provincia di Parma, Modena e Bologna. E' estremamente probabile che la diffusione dell'insetto continui, raggiungendo velocemente tutte le aree di produzione del pomodoro della regione.
La specie è inserita nella lista A1 dell'OEPP.
Ciclo biologico
(53.68 KB)L'insetto ha un elevato potenziale riproduttivo e può svolgere numerose generazioni (fino a 10-12 all'anno) che, in assenza di fattori limitanti, tendono a sovrapporsi. Il suo ciclo biologico ha una durata strettamente legata alle temperature: quando queste sono particolarmente favorevoli, attorno ai 30°C, una generazione può durare soltanto 29-30 giorni. Gli adulti volano al crepuscolo e di notte, di giorno rimangono invece nascosti fra la vegetazione. Le uova vengono deposte sulle foglie e, in misura minore, sul fusto. A maturità le larve abbandonano le piante attaccate e si lasciano cadere a terra dove si incrisalidano.
Danni
(58.72 KB)Le larve attaccano tutte le parti aeree della pianta, con grave danno per la produzione.
Inizialmente il danno fogliare può essere confuso con quello provocato da altri fillominatori (ad es. Lyriomiza huidobrensis) ma, in seguito, le gallerie scavate dalle larve nel mesofillo si allargano a formare chiazze molto ampie ed evidenti che interessano l'intera superficie fogliare. Le foglie attaccate assumono un caratteristico aspetto traslucido, mentre i germogli appaiono erosi. Quando raggiungono l'ultima età, le larve abbandonano le foglie e si spostano sul fusto e sui frutti. Le bacche vengono generalmente attaccate dopo l'allegagione, possono cadere precocemente oppure divenire non commerciabili a causa delle gallerie scavate in diversi punti del frutto cui segue lo sviluppo di patogeni secondari. Nei casi più gravi, le infestazioni possono causare perdite di produzione fino al 100%.
Prospettive per il controllo
Potendo compiere numerose generazioni fra pieno campo ed ambiente protetto, T. absoluta ha tutte le potenzialità per divenire, in breve tempo, il fitofago chiave del pomodoro specialmente in coltura protetta.
Attualmente non esistono prodotti registrati per questa avversità, pertanto occorre sfruttare l'efficacia collaterale dei prodotti registrati sulla coltura e già inseriti nelle norme tecniche della Regione Emilia-Romagna in vigore.
Per la definizione delle più idonee strategie di difesa, a livello nazionale sono state messe a punto delle "linee guida" incentrate sul reale rischio di danno in funzione della presenza del fitofago accertata con trappole a feromoni.
Le trappole a feromoni vanno posizionate tra 40 e 120 cm di altezza dal suolo nell'ordine di 1 trappola/3.500 mq di serra o di 2-4/Ha se la superficie è maggiore di 3.500 mq. I feromoni hanno una durata di 5-6 settimane.
Una pratica utile per abbassare il livello della popolazione maschile, e quindi per ridurre le possibilità di accoppiamento con conseguente riduzione delle ovideposizioni, è la cattura massale. A questo scopo si posso usare anche trappole costruite artigianalmente (costituite da comuni contenitori riempiti d'acqua con aggiunta di sapone o sostanze oleose, e aggiunta in posizione centrale, di una capsula a feromoni).
In caso di forti infestazioni (> 30 catture a settimana e presenza di mine fogliari) può essere necessario il ricorso a prodotti fitosanitari a basso impatto ambientale sfruttando l'efficacia collaterale di quelli già presenti nei Disciplinari di produzione integrata della Regione Emilia-Romagna. Per valutare l’opportunità di eseguire interventi chimici può essere utile osservare settimanalmente almeno 20 piante/1000 mq di serra e almeno 10 piante in superfici inferiori a 500 mq conteggiando il numero di "foglioline" (non l’intera foglia composta) con danno "fresco"/pianta. L'eventuale trattamento con prodotti fitosanitari va eseguito al superamento della soglia di 2 "foglioline" con danno “fresco” per pianta.