Acquacoltura
Le regole per esercitare attività di acquacoltura in Emilia-Romagna.
La Regione Emilia-Romagna promuove l'acquacoltura allo scopo di ridurre il prelievo di prodotti selvatici, necessariamente limitati, e quale attività economica integrativa dei redditi di agricoltori e pescatori.
L'acquacoltura è l'allevamento di pesci, crostacei, molluschi e altri organismi acquatici, come ad esempio alghe e rane. L'allevamento viene realizzato sia in impianti a terra di acqua dolce o salmastra, sia in impianti in mare. Le principali tipologie di acquacoltura sono le seguenti:
- itticoltura o piscicoltura;
- crostaceicoltura;
- molluschicoltura, a sua volta divisa in venericoltura (vongole) e mitilicoltura (cozze e ostriche).
Per l'Emilia-Romagna riveste particolare importanza la vallicoltura, ovvero l'allevamento di pesci, crostacei e molluschi nelle valli naturali del Delta del Po.
Acquacoltura in acque marine e concessioni demaniali
Nelle acque marine, sia per gli impianti che per l'esercizio dell'attività di acquacoltura è necessaria la concessione demaniale rilasciata dalla Regione
Acquacoltura in acque interne
Per quanto riguarda l’esercizio delle attività di acquacoltura nelle acque interne, la disciplina normativa prevede:
- per le attività esercitate su aree demaniali appartenenti al demanio idrico, è necessaria la concessione rilasciata dall'Arpae sulla base dei criteri stabiliti dalla Legge regionale. n. 7/2004, dalla Dgr. 895/2007 e dalla Dgr n. 1280/2024;
- per le attività esercitate in aree private è necessario dotarsi di tutti i titoli abilitativi all’esercizio dell’attività di impresa oltre a quelli necessari per lo svolgimento dell’attività di allevamento.
Agli acquacoltori sono destinati i finanziamenti del Fondo Europeo per gli Affari Marittimi, la Pesca e l’Acquacoltura (Feampa) erogati dalla Regione su bandi specifici.
051 5274313
angela.maini@regione.emilia-romagna.it
051 5276353
piergiorgio.vasi@regione.emilia-romagna.it