Aree di tutela biologica in Emilia-Romagna
Strumenti di gestione sostenibile delle risorse del mare e delle coste
La Regione Emilia-Romagna, in linea con le direttive europee, promuove modelli sostenibili di produzione nei settori della pesca e dell’acquacoltura e garantisce una gestione sostenibile delle risorse naturali del mare e delle coste, individuando azioni per contribuire a ricostituire gli stock ittici e promuovere la pesca sostenibile, arrestare la perdita di biodiversità, salvaguardare e migliorare lo stato di conservazione di specie costiere e marine, aumentare la superficie delle aree marine protette.
Al fine di rendere più sostenibile pesca e acquacoltura e di mitigare le interazioni tra queste attività e gli ecosistemi marini, la Regione ha istituito riserve ed aree per il ripristino e la tutela degli stock ittici (Aree di Tutela Biologica o Atb). In particolare, la Regione tutela determinati specchi d'acqua in cui il novellame di vongola (Ruditapes philippinarum e Chamelea galina) si riproduce spontaneamente. Tali aree si sono incrementate nel tempo e costituiscono un articolato sistema di tutela delle risorse alieutiche e dell’ecosistema marino.
Un sistema complesso di aree di tutela
Ad oggi, le Aree di Tutela Biologica poste o all’interno o prospicienti la Sacca di Goro e particolarmente vocate per lo sviluppo larvale e post-larvale di Ruditapes spp. e Chamelea gallina sono:
- ATB “Bassunsin o Scanno di sopra” avente una superficie di mq 5.503.339
- ATB “Spiaggina” di mq 104.685
- ATB “Gavon della Valazza” di mq 76.374
- ATB “Goara” di mq 141.601
- ATB “Bassunsin Scanno di sotto” di mq 1.654.405
- ATB “Pianasso” avente una superficie di mq 2.217.460
- ATB “Volano- Bocaura” di mq 743.046
- ATB “Nazioni” di mq 1.775.958
- ATB "Porto Canale di Porto Garibaldi e foce Canale Logonovo" 409.283 (mq 307.783 e mq 101.500)
- ATB “Po di Goro” mq 93.782
Oltre a tali aree la Emilia-Romagna ne ha individuate altre due, attrezzate con barriere artificiali per il ripopolamento di molluschi e specie ittiche varie, come segue:
- ATB “Bevano”
- ATB “Fuori Riccione-Misano” avente una superficie di mq 80.000.
Infine, in Emilia-romagna esistono due Zone di Tutela Biologica, che sono aree di mare protette istituite con decreto del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ai sensi dell’art.98 del Dpr n. 1639/1968 allo scopo di salvaguardare e ripopolare le risorse marine:
- Zona di tutela biologica SIC-ZPS IT4070026- Relitto della piattaforma Paguro, istituita con Decreto MiPAAF del 21/07/1995 ss.mm, cui si sono aggiunti ulteriori vincoli di conservazione sulla base delle Decisione CE 2012/14/UE che ha istituito il nuovo SIC marino IT4070026 - "Relitto della Piattaforma Paguro", inserendo l’area tra i siti della Rete Natura 2000
- Zona di tutela biologica “Fuori Ravenna”, istituita con Decreto MiPAAF del 16/03/2004 ss.mm. e poi modificata nel 2009 con cambio limiti e taglio sulla batimetrica 10 m come riportata in carta nautica
Le regole di gestione nelle Aree di tutela biologica
L’istituzione delle Aree di tutela biologica ha dato vita ad un complesso sistema di tutela marina con l’obiettivo di conservare e valorizzare le aree di riproduzione spontanea, di crescita larvale e post larvale di specie ittiche (aree cosiddette di nursery).
In particolare, le Atb della Sacca di Goro e delle aree comacchiesi costituiscono una fondamentale riserva di novellame per gli impianti di acquacoltura locali, incrementandone la disponibilità sulla base di prelievi programmati del prodotto in eccesso. Questo sistema di gestione al tempo stesso è rispettoso della conservazione delle aree marine e delle loro risorse ed è anche fondamentale per la filiera ittica.
Per questo motivo nelle Atb regionali:
- Non possono essere rilasciate concessioni demaniali marittime per attività di pesca, acquacoltura o attività ad esse correlate o per ogni altra attività che possa mettere comunque a rischio l’equilibrio ambientale ed ecologico di riproduzione, insediamento e sviluppo delle forme giovanili di Ruditapes spp.e Chamelea gallina, salvo diversa valutazione e decisione della Regione Emilia-Romagna;
- E’ vietato l'ormeggio, l'ancoraggio, la navigazione (la navigazione non è vietata nel Porto canale di Porto Garibaldi essendo il canale di accesso al Porto di Porto Garibaldi) nonché la pesca o la raccolta di organismi alieutici in tali aree, salvo atto specifico rilasciato dal Servizio regionale competente.
Molluschicoltura e sostenibilità
L’attività di molluschicoltura nella Sacca di Goro è incentrata sulla coltivazione della vongola verace di origine asiatica (Rudiapes philippinarum), ed ha avuto inizio nei primi anni 80 del secolo scorso.
Nell’attuale sistema di allevamento della Sacca di Goro un elemento fondamentale ed irrinunciabile è il seme. E' quindi facile comprendere l’importanza che rappresentano le Aree di tutela biologica per l’intero comparto produttivo di Goro, soggetto ad eventi estremi dovuti ai cambiamenti climatici e ai mutamenti della situazione geopolitica; si giustifica una logica di salvaguardia delle stesse che rende necessario pianificare le attività di gestione.
Per attuare una politica comune di governo del sistema, la Regione Emilia-Romagna ha promosso la costituzione di un Consorzio volontario sulla base degli artt. 2602 e ss. del Codice Civile, partecipato dalle imprese locali titolari di allevamenti di vongole veraci (Ruditapes spp.), con il fine di concordare l’organizzazione comune della disciplina e dello svolgimento della fase di prelievo del novellame di Ruditapes spp. e di redistribuzione dello stesso negli allevamenti.
Attualmente il Consorzio ha in concessione un totale di mq. 4.169.341, ripartito tra le seguenti Aree di Tutela Biologica:
- ATB “Pianasso” avente una superficie di mq 1.147.262
- ATB “Volano- Bocaura” di mq 743.046
- ATB “Nazioni” di mq 1.775.958
- "Porto Canale di Porto Garibaldi e foce Canale Logonovo" mq 409.283 (mq 307.783 e mq 101.500)
- “Po di Goro” mq 93.782