Protocolli di gestione sostenibile di aree vocate all'acquacoltura
Oltre all’istituzione delle Aree di Tutela Biologica e con lo stesso fine di promuovere la salvaguardia degli ecosistemi marini e lagunari e di concordare linee d'azione per uno sviluppo locale inclusivo, innovativo e partecipato, all'insegna della sostenibilità, la Regione ha promosso la sottoscrizione di Protocolli d’Intesa.
La Riserva Naturale dello Stato “Dune ed Isole della Sacca di Gorino” è stata istituita con decreto del Ministro dell'ambiente nel 1982 ed è gestita dal Reparto Carabinieri Biodiversità di Punta Marina – Ravenna. Essa include una parte dell’area detta del “Bassunsin”, che si estende su una superficie di 715 ettari, ed è stata individuata come Area di Tutela Biologica (Atb) con determinazione regionale n. 18662/2020 per la preservazione e allo sviluppo del novellame di Ruditapes spp da reintrodurre negli allevamenti di provenienza (Consorzio “Con.Uno”).
La particolare conformazione dell’area del Bassunsin determina un idrodinamismo relativamente lento che ostacola il ricambio d’acqua dell’intero bacino provocando, soprattutto nel periodo estivo, possibili crisi distrofiche con intense proliferazioni macroalgali e conseguente diminuzione dell’ossigeno e produzione di sostanze tossiche per gli organismi che popolano l’habitat lagunare.
In considerazione dei diversi strumenti di tutela attivi nell’area molti soggetti sono coinvolti a vario titolo nella gestione dell’area del Bassunsin; proprio per questo, è stato messo a punto e sottoscritto un Protocollo (228.39 KB) d’intesa e collaborazione comune allo scopo di definire modalità operative di accesso e di gestione dell’area Atb, nella parte ricadente all’interno della Riserva Naturale dello Stato. L’intento comune è quello di garantire il giusto equilibrio tra le esigenze di tutela e conservazione degli habitat e delle specie locali e gli obiettivi di benessere socioeconomico della comunità, promuovendo e condividendo una visione di sviluppo sostenibile adattata alle particolarità del luogo.
I sottoscrittori del Protocollo concordano sull’importanza di creare e di mantenere la presenza di aree emerse o parzialmente emerse nell’ambito della Riserva Naturale dello Stato quale elemento di diversificazione degli habitat, della ricchezza di specie vegetali e animali presenti – con particolare riferimento all’avifauna – e per i servizi ecosistemici svolti. Vengono anche disciplinati i rapporti tra i soggetti sottoscrittori per la realizzazione di opere di miglioramento idrodinamico e riqualificazione dell’habitat lagunare nonché di conservazione del novellame di Ruditapes spp, e per la gestione integrata per la porzione dell’area Atb ricadente all’interno della Riserva Naturale dello Stato, la raccolta di seme naturale e l’attività scientifica di monitoraggio.
Protocollo di intesa per una gestione sostenibile della Sacca di Goro
I primi interventi a sostegno della gestione sostenibile della Sacca di Goro risalgono ad una legge regionale (n. 36/1995). La Sacca di Goro riveste un’importanza fondamentale sia dal punto di vista naturalistico-ambientale; la maggior parte dello specchio d’acqua ricade all’interno del sito Rete Natura 2000 IT4060005 ZSC-ZPS "Sacca di Goro, Po di Goro, Valle Dindona Foce del Po di Volano” ed è per questo soggetta a diversi vincoli di natura ambientale. La complessità aumenta considerando che l’area rappresenta uno dei più importanti sistemi acquacolturali in Italia grazie alla molluschicoltura, che produce la vongola verace filippina (Ruditapes philippinarum), che ha trovato nella Sacca le condizioni ambientali favorevoli alla sua riproduzione, crescita ed allevamento.
Questa realtà complessa richiede l’intervento sinergico e costante di vari soggetti istituzionali competenti e degli operatori economici, nel quadro del Piano di Gestione Integrata delle Zone Costiere (Gizc).
L’esperienza maturata in questi anni di Protocolli applicativi della legge 36/1995, volta alla pianificazione congiunta di interventi di manutenzione straordinaria per preservarne gli aspetti ambientali e paesaggistici e favorire pratiche di acquacoltura rispettose dell’ecosistema locale, ha dato buoni frutti.
In particolare, è risultata vincente la promozione della collaborazione tra gli enti coinvolti e l'incentivazione della partecipazione degli acquacoltori nelle opere ambientali di salvaguardia e miglioramento della qualità delle acque lagunari, come nel progetto “LIFE AGREE - coAstal laGoon long teRm managEmEnt” (rif. N. LIFE13 NAT/IT/000115).
Questo progetto, finalizzato ad una gestione integrata del dinamismo della laguna e del deposito sedimentario, prevede interventi di mantenimento anche per tutto il quinquennio successivo alla sua conclusione. Nel 2022 un accordo tra Regione, Università di Parma e Università di Ferrara ha permesso di mappare le zone vocate all'acquacoltura (AZA) nella Sacca di Goro e nelle aree marine e nelle acque interne limitrofe per la definizione di una strategia di gestione integrata.
Un impegno rinnovato
Il Protocollo (382.95 KB)per la gestione integrata e sostenibile della Sacca di Goro sottoscritto nel 2023 persegue obiettivi di conservazione del patrimonio paesaggistico-ambientale e culturale e di valorizzazione delle attività produttive e commerciali presenti nella Sacca, ed in particolare dell’acquacoltura.
Le attività finalizzate alla gestione sostenibile e razionale della Sacca di Goro consistono nell’elaborazione di linee di indirizzo per il coordinamento delle azioni di tutela ambientale e di sviluppo economico, nella pianificazione e programmazione finalizzate alla tutela, valorizzazione e gestione delle risorse ambientali ed economiche nella Sacca e dell’intero paraggio costiero e nella gestione coordinata di programmi, attività e di interventi di carattere ordinario e straordinario. Tra di essi figurano la gestione idraulica della Sacca di Goro, anche ai fini della valorizzazione delle attività produttive nella Sacca stessa, il monitoraggio della qualità delle acque lagunari e costiere e dei fondali e dello Scanno di Goro mediante rilievi topo-batimetrici, e la custodia e vigilanza del patrimonio ambientale e paesaggistico e dei relativi impianti e manufatti.