Piante ospiti

Il batterio colpisce solo le specie vegetali appartenenti al genere Prunus.
In Italia particolarmente interessate dalla batteriosi sono le coltivazioni di susino, pesco e albicocco.
In Italia il patogeno è presente in molte zone di coltivazione delle drupacee.
Non è conosciuta chiaramente la sua diffusione nei paesi europei e del bacino del Mediterraneo, mentre la sua presenza è segnalata nell'America del Nord e del Sud, nel Sud Africa, in Australia, in Nuova Zelanda ed in molti paesi dell'Asia

Sintomi

La manifestazione dei sintomi della batteriosi dipende dall'andamento stagionale oltre che dalla dose di inoculo batterico e dalla suscettibilità della pianta. I periodi più idonei per la loro osservazione sono quello precedente la raccolta dei frutti (giugno-luglio) e/o quello precedente la caduta delle foglie (settembre-ottobre).

Susino (JPEG - 33.6 KB)Sulle foglie la batteriosi si manifesta con maculature angolari, idropiche inizialmente, che poi assumono una colorazione scura e disseccano; spesso le aree necrotizzate si staccano lasciando fori che danno alla foglia un aspetto tipico da "impallinatura". Sui rami, in corrispondenza di una gemma morta o di un taglio di potatura si possono osservare i cancri: aree corticali di forma ellittica, ben definite, di colore scuro, leggermente depresse. L'asportazione dello strato superficiale della corteccia mette in evidenza una colorazione rossastra sottostante.
(JPEG - 27.7 KB)I cancri vecchi appaiono bruni e sono percorsi da profonde fessurazioni. Quando su uno stesso asse si formano più cancri si assiste alla morte del ramo, della branca o anche dell'intera pianta, se è il tronco l'organo gravemente colpito. Le lesioni sui frutti sono aree circolari più o meno espanse, nere, con alone idropico iniziale, leggermente infossate e con screpolature al centro. Le piante affette da cancro batterico possono subire una defogliazione precoce ed un indebolimento tale da produrre frutti piccoli e spesso non commerciabili.

Pesco
(JPEG - 17.8 KB)Sulle foglie sono osservabili maculature a contorno poligonale dapprima idropiche poi nerastre, sparse sulla lamina. Talvolta si può osservare l'ingiallimento di ampie aree di tessuto fogliare ad elevata densità di maculature; raramente le porzioni di tessuto necrosato si distaccano dal lembo. L'apice della foglia colpito si può deformare e lacerare. Qualora l'attacco sia forte si può assistere ad una caduta fogliare anticipata, che può interessare intere branche. Il frutto colpito dalla batteriosi presenta maculature rotondeggianti, asciutte, brune, leggermente depresse con screpolature interne tali da sembrare vere e proprie ulcere.
(JPEG - 30.2 KB)I frutti infetti possono avere dimensione ridotta e comunque subiscono un deprezzamento sul mercato. Sui rami X. arboricola pv. pruni è causa di disseccamenti apicali associati a morte delle gemme, ben individuabili a primavera inoltrata (cancri primaverili); disseccamenti simili sono osservabili talvolta anche nella tarda estate (cancri estivi).

Albicocco
(JPEG - 34.0 KB)I sintomi comunemente osservabili sono maculature fogliari a contorno poligonale, idropiche inizialmente, che evolvono in tacche necrotiche, disseccano e talvolta si staccano dal lembo causando impallinatura.
Anche sui frutti il patogeno può causare lesioni: caratteristiche aree necrotiche, leggermente depresse, con screpolature al centro ed alone idropico anche ampio, ben visibile sul frutto immaturo.
Sul frutto maturo le tacche necrotiche, talvolta profonde anche qualche millimetro, si possono presentare parzialmente suberificate e possono assumere la consistenza di crosticine di colore scuro.
Sui rami, sulle branche e sul tronco non vengono segnalati sintomi riferibili al patogeno.

Epidemiologia

(JPEG - 96.0 KB)La sopravvivenza dei batteri da una stagione vegetativa all'altra avviene prevalentemente nelle gemme e nelle cicatrici di caduta delle foglie. Il patogeno sopravvive inoltre sulle superfici dei diversi organi della pianta, all'interno dei cancri, nei residui di vegetazione infetta rimasti nel terreno e probabilmente anche su alcuni ospiti secondari. A grande distanza X. arboricola pv. pruni viene disseminato principalmente attraverso il materiale di propagazione (fatta eccezione per il seme), talvolta anche attraverso i frutti. In campo la diffusione avviene per azione del vento e della pioggia ed anche per intervento dell'uomo, attraverso le operazioni di potatura. La penetrazione dei batteri nei tessuti della pianta ospite avviene per stomi e ferite e la batteriosi si manifesta in condizioni di elevata umidità ambientale con presenza di bagnatura e temperature intorno ai 24°C. Sembra che gli attacchi più gravi possano verificarsi in piante ad elevato vigore vegetativo.

Prevenzione e lotta

La batteriosi causa i danni più gravi su susino, dove oltre alle maculature su foglie e frutti si formano cancri corticali che possono portare a morte la pianta in pochi anni. Su pesco e su albicocco si rilevano principalmente alterazioni su foglie e frutti, questi ultimi spesso non commerciabili.
La lotta a X. arboricola pv. pruni può essere attuata adottando criteri di prevenzione.
Per la costituzione di nuovi impianti è opportuno utilizzare materiale di propagazione sano (controllato all'origine o proveniente da zone esenti dalla batteriosi) e provvedere alla sua collocazione in aziende in cui non siano stati riscontrati attacchi di X. arboricola pv. pruni su altre drupacee eventualmente presenti. La pericolosità del patogeno è infatti accentuata dalla possibilità che hanno i batteri di infettare specie ospiti diverse del genere Prunus, passando dall'una all'altra.

E' consigliabile inoltre, in aziende miste, effettuare le diverse operazioni colturali, con particolare attenzione alla potatura, separatamente per specie e per cultivar, avendo cura di disinfettare gli attrezzi usati passando dalle une alle altre.
Comunque è sempre opportuno bruciare il legno di potatura ed eliminare i residui dei frutti e delle foglie infetti caduti nel terreno.
Relativamente alla suscettibilità varietale è noto che le cv di susino europeo (P. domestica) sono in generale meno suscettibili a X. arboricola pv. pruni delle cv cino-giapponesi (P. japonica e P. salicina), pertanto sarebbe opportuno orientare la scelta varietale in questo senso. Per quanto riguarda il pesco la scelta varietale potrebbe essere orientata su cv poco suscettibili quali Cresthaven, Suncrest, Early Sungrand e altre, mentre dovrebbero essere attentamente valutate, fra le altre, cv quali Elegant Lady, Royal Glory, Fayette, Iris Rosso, Spring Red, Venus, Maria Emilia, Maria Laura e altre che hanno mostrato un elevato grado di suscettibilità. Fra le cv di albicocco Tyrinthos, Canino e Sungiant hanno mostrato una discreta tolleranza alla batteriosi, mentre Precoce Cremonini, San Castrese, Reale d'Imola, Tardif de Bordoneil, Palummella e Boccuccia hanno manifestato alta suscettibilità. La lotta chimica è quanto mai opportuna nei campi di piante madri e nei vivai; è consigliata negli impianti nei quali stata accertata la presenza della malattia e comunque dove sono presenti cv di cui sia nota una elevata suscettibilità a X. arboricola pv. pruni. Un contenimento della batteriosi può essere ottenuto effettuando trattamenti con prodotti rameici, alla dose di 150 g/hl di principio attivo (tre nel periodo della caduta delle foglie, uno sul bruno o dopo la potatura ed uno all'ingrossamento delle gemme).

Raccomandazioni

Le foglie ed i frutti del susino, i frutti del pesco, le foglie ed i frutti dell'albicocco possono presentare alterazioni simili a quelle descritte sopra (riferite a X. arboricola pv. pruni) ma di origine diversa, è opportuno pertanto nei casi sospetti prelevare un campione da sottoporre ad analisi batteriologica.
La responsabilità dei batteri nel causare i cancri corticali ed i disseccamenti rameali apicali deve essere sempre comunque accertata attraverso analisi di laboratorio.