Cavalletta - scheda tecnica
(Calliptamus italicus)
Che cos'è
Comunemente nota come cavalletta dei prati o locusta dalle ali rosa, Calliptamus italicus è un Insetto Ortottero del bacino mediterraneo. E' diffuso nel nord Africa, in Spagna, in Italia e in vaste aree asiatiche.
Gli adulti sono di colore grigio o brunastro e presentano un accentuato dimorfismo sessuale; il maschio raggiunge una lunghezza di 13-26 mm e la femmina di 21-36 mm.
Le forme giovanili (neanidi), biancastre appena nate, diventano scure in poco tempo e attraverso più mute raggiungono lo stadio di immagine in 40-50 giorni.
Altre specie di cavallette presenti in Emilia-Romagna ma che non raggiungono mai livelli tali da costituire problemi sono Tettigonia viridissima (cavalletta verde), Dectigus verrucivorus (dettico o locustone) dalle notevoli dimensioni e dal colore verde intenso, e la meno frequente Oedipoda coerulescens, simile a C. italicus ma di colore grigio con le ali azzurre.
In Italia sono inoltre diffuse: Anacrydium aegyptium, specie molto comune con comportamento solitario, non dannosa per le colture, lunga fino a 65 mm, di colore grigio e Dociostaurus maroccanus, presente nelle regioni meridionali, di colore bruno e lunga fino a 30 mm.
Come vive
L'insetto compie una generazione all'anno.
Le neanidi nascono dalla fine di maggio alla fine di luglio, scalarmente in relazione ad altitudine ed esposizione. In caso di forte infestazione si riuniscono in massa ricoprendo interamente il terreno.
I primi adulti compaiono in luglio e si spostano in volo per brevi distanze. L'ovideposizione viene effettuata in agosto in aree circoscritte ("grillare"), prevalentemente in terreni compatti, esposti a sud, dotati di pendenza e quindi meno soggetti a ristagni idrici.
Le uova sono deposte in numero variabile da 25 a 55 all'interno di una ooteca o cannello, sovrapposte ed incollate tramite un secreto spugnoso entro un foro scavato dalla femmina nel terreno alla profondità di 2-3 cm.
L'insorgere delle infestazione delle cavallette è legata a condizioni ambientali e climatiche che favoriscono lo sviluppo dell'insetto. L'abbandono delle zone collinari e montane con conseguente aumento di aree incolte, degradate e scarsamente lavorate fa sì che si crei un habitat ideale per la riproduzione delle cavallette. Inverni miti e scarsamente piovosi permettono la sopravvivenza delle uova e conseguentemente la nascita in primavera di molti individui.
La scarsa piovosità e umidità agisce inoltre negativamente nei confronti dei principali nemici naturali di C. italicus, fra i quali il fungo Entomophaga grylli.
Cosa danneggia
Essendo polifaghe, se numerose, le cavallette possono danneggiare non solo piante spontanee, ma anche colture erbacee, in particolare leguminose foraggere, e orticole. Il danno è direttamente correlato al livello di infestazione e generalmente si determina a carico delle coltivazioni di erba medica, in quanto diffuse nelle aree collinari e alimento preferito dalle forme giovanili in rapido accrescimento.
Sono stati segnalati casi sporadici di infestazioni su mais e vite.