Cavalletta dei prati
(Calliptamus italicus)
Negli ultimi anni in varie zone collinari e pedecollinari dell'Emilia-Romagna, come in altre regioni italiane, sono state segnalate consistenti infestazioni di cavallette della specie Calliptamus italicus. Il fenomeno non è nuovo, si tratta infatti di un evento ciclico che quest’anno si verifica soprattutto nella fascia collinare e pedecollinare romagnola.
Le cause dell’aumento delle popolazioni di cavallette nelle aree collinari e pedo collinari sono principalmente dovute al progressivo abbandono dei terreni collinari, alla semplificazione delle rotazioni colturali e al sensibile aumento dei terreni messi a riposo o scarsamente lavorati o coltivati saltuariamente, che creano ambienti ideali per la riproduzione delle cavallette. Agli effetti negativi dell’azione antropica vanno aggiunti quelli provocati dei cambiamenti legati al microclima locale come i lunghi periodi di siccità che stanno caratterizzando questo periodo. Inverni miti e scarsamente piovosi permettono la sopravvivenza delle uova e conseguentemente la nascita in primavera di molti individui. La scarsa piovosità e umidità agisce inoltre negativamente nei confronti dei principali nemici naturali di C. italicus, fra i quali il fungo Entomophaga grylli.
Per questi motivi è possibile che le infestazioni di cavallette possano diventare un fattore ricorrente nelle nostre aree agricole per cui sarà necessario dotarsi anche di una strategia di medio e lungo termine che dovrà partire necessariamente da una sensibilizzazione degli operatori agricoli sulla necessità di gestire in modo diverso le aree collinari.
Scheda tecnica
Comunemente nota come cavalletta dei prati o locusta dalle ali rosa, Calliptamus italicus è un Insetto Ortottero originario del bacino mediterraneo. E' diffuso nel nord Africa, in Spagna, in Italia e in vaste aree asiatiche.
Le forme giovanili (neanidi), biancastre appena nate, sono diventano scure in poco tempo e attraverso più mute raggiungono lo stadio di adulto in 40-50 giorni. Sono morfologicamente simili all’adulto, ma di dimensioni minori e prive di ali.
Gli adulti sono di colore grigio o brunastro e presentano un accentuato dimorfismo sessuale; il maschio raggiunge una lunghezza di 13-26 mm e la femmina di 21-36 mm. Si possono distinguere da altre cavallette per le ali aperte, che presentano un caratteristico colore rosa.
Altre specie di cavallette presenti in Emilia-Romagna ma che non raggiungono mai livelli tali da costituire problemi sono Tettigonia viridissima (cavalletta verde), Dectigus verrucivorus (dettico o locustone) dalle notevoli dimensioni e dal colore verde intenso, e la meno frequente Oedipoda coerulescens, simile a C. italicus ma di colore grigio con le ali azzurre.
In Italia sono inoltre diffuse: Anacrydium aegyptium, specie molto comune con comportamento solitario, non dannosa per le colture, lunga fino a 65 mm, di colore grigio e Dociostaurus maroccanus, presente nelle regioni meridionali, di colore bruno e lunga fino a 30 mm.
L'insetto compie una generazione all'anno. Le neanidi nascono dalla seconda metà di maggio alla fine di luglio, scalarmente in relazione ad altitudine ed esposizione. In caso di forte infestazione si riuniscono in massa ricoprendo interamente il terreno.
I primi adulti compaiono in luglio e si spostano in volo per brevi distanze. L'ovideposizione viene effettuata in agosto in aree circoscritte (cosiddette “grillare”), localizzate prevalentemente in terreni compatti, esposti a sud, dotati di pendenza e quindi meno soggetti a ristagni idrici.
Le uova sono deposte in numero variabile da 25 a 55 all'interno di una ooteca o cannello, sovrapposte ed incollate tramite un secreto spugnoso entro un foro scavato dalla femmina nel terreno generalmente alla profondità di 2-3 cm.
Essendo polifaghe, se numerose, le cavallette possono danneggiare non solo piante spontanee, ma anche colture erbacee, in particolare leguminose foraggere, e orticole. Il danno è direttamente correlato al livello di infestazione e generalmente si determina a carico delle coltivazioni di erba medica, in quanto diffuse nelle aree collinari e alimento preferito dalle forme giovanili in rapido accrescimento.
Sono stati segnalati casi sporadici di infestazioni su mais, vite e pesco.
Galleria fotografica
La strategia di difesa: quando e come intervenire
La strategia per la lotta e il contenimento delle cavallette in Emilia-Romagna è basata sulla prevenzione e punta all’individuazione delle grillare su cui effettuare interventi insetticidi mirati quando le cavallette sono ancora piccole, prive di ali e concentrate su piccole superfici. Si consiglia di ricercare i focolai iniziali negli stessi terreni in cui si sono avute presenze elevate di cavallette anche negli anni scorsi. Di norma questi interventi sono da eseguire entro la fine di giugno, periodo oltre il quale compaiono i primi adulti e la lotta perde di efficacia.
Gli interventi preventivi, realizzati con insetticidi biologici (ad es. Spinosad o piretro naturale) fra metà maggio e la fine di giugno, evitano una successiva dispersione delle cavallette sul territorio, limitando i danni alle coltivazioni e contenendo i disagi alle persone entro termini accettabili.
Cosa stiamo facendo
A partire dal 2022, la Regione Emilia-Romagna sta effettuando un monitoraggio periodico delle infestazioni, garantendo un supporto informativo e tecnico capillare.
L’attività, svolta in collaborazione con gli Enti Locali e gli agricoltori delle zone maggiormente colpite, ha previsto la mappatura dei principali focolai, comunicazioni continue nei momenti importanti del ciclo delle cavallette per garantire il maggior successo degli interventi, attività di formazione e informazione e la creazione di una rete tecnica volta a garantire supporto continuo.
Le esperienze condotte hanno evidenziato che solo con la collaborazione di tutti è possibile garantire un efficace contrasto alle infestazioni.
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Approfondimenti
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(Video, giugno 2025) - Cavallette: in riviera fenomeno rientrato, in collina danni economici.
Intervista a Massimo Bariselli, 4 agosto 2023 - Cavallette, a volte ritornano (PDF - 2,1 MB)
(volantino informativo, luglio 2022)
A chi rivolgersi
Settore Fitosanitario e difesa delle produzioni
Massimo Bariselli
Dario Ferrari