Maculatura bruna del pero - scheda tecnica
Brown spot of European pear, Taca negrosa de la pera, stemphyliose du poirer
La più grave malattia fungina del pero nell'area mediterranea
(43.62 KB)La Maculatura bruna è considerata una delle più pericolose avversità del pero europeo
(Pyrus communis L.), in grado di causare danni economici rilevanti sulle cultivar maggiormente diffuse. Interessa tutti gli organi verdi della pianta, con danno soprattutto per i frutti che vanno soggetti a processi di marcescenza.
Nelle aree ad alta pressione della malattia, vengono effettuati dalla fioritura alla raccolta da 15 a 25 trattamenti anticrittogamici nel tentativo di contenerla entro limiti economicamente accettabili. Le infezioni prendono avvio sulle foglie dopo la fioritura (maggio-giugno) e aumentano in condizioni climatiche favorevoli, fino ad interessare alla raccolta anche oltre il 90% della produzione.
Diffusione
(40.77 KB)I primi casi di maculatura bruna sono stati descritti a metà degli anni 70 in Italia, in impianti di pero dell' Emilia-Romagna. In seguito la malattia si è rapidamente diffusa anche ad altre aree del bacino mediterraneo vocate alla produzione del pero: regioni padane italiane (Veneto, Piemonte), Francia meridionale (Bouches du Rhone) e Spagna (Catalogna e La Rioja). Di recente è stata segnalata anche in Olanda.
Sintomi
(27.84 KB)I sintomi si evidenziano dalla fioritura fino alla raccolta su foglie, piccioli, rametti e frutti in forma di macchie necrotiche. Sui tessuti verdi compaiono macchie puntiformi che in seguito si estendono con conseguente necrotizzazione dei tessuti. Sui frutti, le lesioni sono localizzate con maggior frequenza nella zona calicina o nella parte di epidermide più esposta alla luce. Sono inizialmente macchie brune di pochi millimetri che poi si ingrandiscono mantenendo una forma tendenzialmente circolare, spesso contornata da un alone rossastro. L'infezione si estende in seguito anche alla polpa penetrando in profondità e dando avvio ad un processo di marcescenza, che viene in genere accelerato e aggravato dalla presenza di altri microrganismi.
Agente responsabile
(30.18 KB)Il fungo responsabile della maculatura bruna è un Moniliale appartenente al genere Stemphylium, identificato come Stemphylium vesicarium Wallr. Simm., forma agamica dell'ascomicete Pleospora allii. S. vesicarium è riportato nella letteratura fitopatologica come agente responsabile di malattia su diverse colture (aglio, cipolla, asparago, mango, pero). Per quanto riguarda il pero, è stato dimostrato che la patogenicità del fungo, analogamente ad altri miceti conosciuti, è legata all'azione di tossine di tipo ospite-specifico (HST), che giocano un ruolo chiave nelle prime fasi del processo infettivo. Sono state isolate e sono in corso di determinazione chimica due tossine, chiamate SVI e SVII, che inducono necrosi su foglie di cv. sensibili di pero anche a bassissime dosi (0.01 microgrammi/ml) e che non hanno invece alcun effetto su foglie di cultivar resistenti anche a concentrazioni 10.000 volte superiori.
Queste tossine agiscono sulla membrana plasmatica inducendo una rapida perdita di elettroliti dalle cellule sensibili.
Epidemiologia
(27.91 KB)Il microrganismo responsabile della maculatura bruna vive prevalentemente nella sua forma agamica di S. vesicarium, accrescendosi e moltiplicandosi anche saprofiticamente su residui vegetali ed altro materiale organico. Durante i mesi primaverili ed estivi, le spore agamiche (conidi) si sviluppano e si diffondono nell'ambiente: quando raggiungono gli organi dell'ospite suscettibile innescano, se vi sono le condizioni favorevoli, il processo infettivo. I conidi si originano all'apice di rami conidiofori che fuoriescono dai tessuti infetti e vengono diffusi anche a grande distanza dando avvio a più cicli di infezione.
(10.21 KB)Nei mesi invernali sui residui di foglie e frutti colonizzati dal fungo si differenzino gli pseudoteci della forma ascofora (Pleospora allii). Anche se il ciclo biologico del patogeno è ormai noto, non è ancora stato completamente chiarito il ruolo delle ascospore nelle infezioni primarie e gli eventuali siti di svernamento della forma agamica. Lo sviluppo della malattia è strettamente influenzato da alcune condizioni ambientali, oltre che dalla suscettibilità varietale, dalla fase fenologica e dalla diversa recettività dei vari organi della pianta. Non tutte le cultivar di Pyrus communis L. sono suscettibili alla malattia. Prove di laboratorio e osservazioni di campo sulle varietà più diffuse hanno consentito di stabilirne il diverso grado di suscettibilità. Più colpite sono le piante poco vigorose, clorotiche, disposte in sesti fitti e quindi poco arieggiate e gli impianti localizzati in zone umide, in terreni compatti e asfittici.
(30.82 KB)Anche le frequenti irrigazioni e la mancanza di lavorazioni del terreno sono fattori predisponenti che rendono le piante più recettive al patogeno e creano un ambiente più favorevole alla sua sopravvivenza e sviluppo. Gli organi vegetali nelle prime fasi di accrescimento sono più sensibili alla malattia. Perchè si sviluppi l'infezione è indispensabile una quantità sufficiente di inoculo del patogeno e la presenza contemporanea di bagnatura degli organi vegetali e di temperature adeguate, che esercitano un'azione diretta su tutte le fasi del suo ciclo biologico . Un criterio pratico, sia pure approssimativo, per valutare la presenza o l'assenza di inoculo in campo è quello di considerare l'intensità degli attacchi di maculatura bruna nel frutteto negli ultimi anni.
Più correttamente, però, si può valutare la presenza di inoculo con l'utilizzo di captaspore volumetrici opportunamente posizionati, con i quali è possibile monitorare costantemente la presenza di propaguli fungini di Stemphylium vesicarium nell'ambiente e stabilire non solo la quantità di inoculo presente ma anche le sue variazioni nell'arco della stagione vegetativa e determinare i periodi di rischio d'infezione. La gravità della malattia su foglie e frutti è fortemente correlata alla durata delle ore di bagnatura e alla temperatura media durante tale periodo (optimum 21-23°C): in condizioni climatiche ottimali e con elevato potenziale di inoculo le macchie necrotiche sugli organi contaminati possono comparire dopo appena 48 ore dall'inizio della bagnatura.
La difesa
(29.16 KB)Il ricorso a trattamenti chimici è tuttora l'unico mezzo per contenere i danni della maculatura bruna. Prove sperimentali hanno permesso di definire la gamma dei fungicidi attivi nei confronti di S. vesicarium e di determinare le dosi e gli intervalli di trattamenti più idonei.
Accanto a diversi fungicidi in grado di svolgere un'azione diretta nei confronti del patogeno con livelli di efficacia valutati mediamente intorno al 70%, ve ne sono altri come i sali di rame a basse dosi e l'etil fosfito di alluminio che mostrano un'azione indiretta molto interessante che si esplica a livello della pianta con conseguente minore suscettibilità dell'ospite alle tossine del fungo.
(36.53 KB)Oltre alla copertura chimica, è bene attuare tutti gli interventi agronomici e colturali utili a migliorare lo stato vegetativo delle piante e ad abbassare il potenziale di inoculo (lavorazioni del terreno, adozione di ampi sesti di impianto, concimazioni e potature equilibrate). E' opportuno inoltre limitare le irrigazioni, specialmente quelle soprachioma, raccogliere e distruggere i frutti malati caduti a terra e interrare le foglie previamente trattate con urea per favorirne i processi di degradazione microbica.
Per la protezione degli impianti si consiglia di attenersi alle indicazioni contenute nei Disciplinari di Produzione Integrata.
Per informare tempestivamente tecnici e agricoltori sui periodi di maggior rischio e di conseguenza modulare più razionalmente i trattamenti fungicidi, in Emilia-Romagna è attivo un sistema di avvertimento basato sull'utilizzo integrato del monitoraggio delle spore di Stemphylium vesicarium in diversi ambienti di coltivazione del pero e di un modello di previsione della malattia (BSP-Cast) che, sulla base di dati orari di bagnatura fogliare e temperatura, fornisce un indice giornaliero di rischio di infezione.