Riprende la lotta biologica alla vespa cinese del castagno
Sono ripresi anche quest’anno i lanci di Torymus sinensis nei castagneti dell’Emilia-Romagna per il controllo biologico della vespa cinese. I rilasci del parassitoide sono stati effettuati nel mese di maggio da Piacenza a Rimini (Repubblica di San Marino compresa) per favorirne l’insediamento e la diffusione nelle zone infestate.
Le quantità di Torymus disponibili hanno consentito un numero di lanci superiore a quello dello scorso anno, grazie soprattutto al materiale prodotto dalla biofabbrica di Carpineti, allestita dalla Regione Emilia-Romagna nel 2009 e la cui gestione è affidata al Servizio fitosanitario regionale, in collaborazione con il Centro di ricerca interdipartimentale Biogest-Siteia dell’Università di Modena e Reggio Emilia.
Da quest’anno partecipa all’allevamento del parassitoide anche il laboratorio di Entomologia del Centro Agricoltura Ambiente “Giorgio Nicoli”, il quale gestirà una seconda biofabbrica di Torymus sinensis (posta in provincia di Bologna), non appena entrerà in produzione.
Ulteriori lanci dell’antagonista naturale della vespa cinese, sono stati forniti dall’Università di Torino, attraverso progetti messi in campo a livello nazionale dal Ministero per le Politiche Agricole, Alimentari e Forestali e a livello regionale, dai Gal e dalla Regione Emilia-Romagna.
Il Servizio fitosanitario regionale che coordina il programma di lotta alla vespa cinese ha pianificato il calendario e i siti dei lanci propagativi del parassitoide, in tutto 155, così ripartiti:
- 3 in provincia di Piacenza;
- 12 in provincia di Parma;
- 11 in provincia di Reggio Emilia;
- 14 in provincia di Modena;
- 71 in provincia di Bologna (43 dei quali forniti da un progetto del Gal Appennino Bolognese);
- 19 in provincia di Ravenna (14 dei quali forniti da un progetto del Gal Altra Romagna);
- 14 in provincia di Forlì-Cesena;
- 8 in provincia di Rimini;
- 3 nella Repubblica di San Marino.
Nel quinto anno del programma regionale di lotta biologica alla vespa cinese del castagno (Dryocosmus kuriphilus) si cominciano a vedere i primi risultati: le immissioni di Torymus nei castagneti emiliano-romagnoli effettuati fino ad oggi hanno avuto successo, come dimostrano i controlli effettuati nei siti di lancio.
I dati confermano che il parassitoide si è insediato nei nostri ambienti, ma occorreranno tuttavia tempo e ulteriori immissioni perché i livelli di popolazioni siano significativi e possano contrastare efficacemente la vespa.
A differenza di altri “insetti utili” utilizzati in agricoltura per la lotta biologica, il Torymus non può infatti essere allevato in laboratorio, ma è necessario che trovi direttamente nei castagneti le condizioni favorevoli per sopravvivere e riprodursi.
Nel 2010 i lanci di Torymus nei boschi dell’Emilia-Romagna sono stati 4, tutti con materiale fornito dall’ateneo torinese; nel 2011 12 lanci, uno dei quali con parassitoidi allevati a Carpineti, mentre nel 2012 si è passati a 62 lanci di cui 38 grazie alla bio fabbrica regionale.
La lotta contro la vespa cinese del castagno ha previsto a tutt’oggi una spesa di quasi 95 mila euro, di cui 40 mila dal bilancio della Regione, 40 mila dal Ministero delle politiche agricole (nell’ambito del Piano castanicolo nazionale avviato nel 2010 con una disponibilità finanziaria complessiva pari a 1 milione di euro) e circa 15 mila euro messi a disposizione dall’Asse 4 del Piano di Sviluppo Rurale attraverso i progetti dei due Gruppi di Azione Locale (Gal): Appennino Bolognese e Altra Romagna, ai quali hanno contribuito, rispettivamente, i Consorzi Castanicoltori (di Castel del Rio, dell’Appennino Bolognese e di Granaglione) e la Provincia di Ravenna.