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Introduzione

La strategia regionale per combattere la cimice asiatica sta dando buoni risultati in Emilia-Romagna grazie ad un mix di azioni che comprendono finanziamenti alla ricerca (oltre 1 milione di euro per progetti innovativi di lotta alla diffusione del parassita attraverso i Gruppi operativi per l’innovazione), cofinanziamento di strumenti di difesa passiva delle coltivazioni (il Psr 2014-2022 ha liquidato oltre 2,6 milioni per le reti anti insetto) e indennizzi diretti agli agricoltori per le produzioni danneggiate (nel 2022 ammontavano a 63 milioni di euro)

Se ne è parlato al convegno “Cimice asiatica, strategie per la difesa sostenibile” tenutosi il 6 marzo 2023 a Bologna nel quale sono stati presentati i risultati conclusivi di alcuni Gruppi operativi per l'innovazione (Vindicta, Contr-Halys e Biovitamina) e si è fatto il punto su tutte le attività strategiche regionali che sono state messe in campo per combattere questo pericoloso fitofago, in attesa di un riequilibrio delle popolazioni di cimice asiatica con il programma di lotta biologica. Attualmente la vespa samurai, utilizzata appunto per la lotta biologica, ha superato la stagione invernale e si è insediata nel territorio agricolo della regione, per riprendere l’attività anche l’anno successivo ‘colonizzando’ circa il 37% delle uova di cimice. 

L’assessore regionale all’Agricoltura Alessio Mammi, aprendo il convegno, ha sottolineato come la Regione “continui a investire nella ricerca per trovare nuove soluzioni contro le fitopatie e i parassiti che attaccano le piante da frutto. E i progetti che sono stati avviati mostrano che questa è la strada giusta. Poi gli indennizzi, che sono un sostegno concreto ottenuto per tutto il comparto colpito da questo dannoso parassita, un aiuto fondamentale che si aggiunge all’impegno regionale col piano di lotta biologica”.

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I risultati dei progetti Goi

Nel progetto Vindicta i monitoraggi hanno confermato che in generale le trappole segnalano la presenza della cimice prima della loro comparsa nei frutteti. Tra le trappole testate, quelle con sistema vibrazionale hanno permesso di segnalare la presenza degli adulti di cimice più precocemente rispetto agli altri tipi di trappole, mentre quelle piramidali sembrano dare risultati migliori per quanto riguarda il monitoraggio delle forme giovanili. Il progetto ha verificato anche l’insediamento e l’attività di Trissolcus japonicus nei siti di lancio e degli altri parassitoidi sia autoctoni che alloctoni (Anastatus bifasciatus e Trissolcus mitsukurii).

Sulle coltivazioni di pomodoro e pero è stato condotto il progetto Contr-Halys, verificando l’efficacia di rete di monitoraggio a guardia dei punti critici di controllo e la rielaborazione dei dati di cattura utilizzando “contour maps” che evidenziano con estrema precisione i focolai infestativi, gli spostamenti spazio-temporali della popolazione di cimici, i siti di ovideposizione. Inoltre si è cercato di combinare il monitoraggio con una strategia di lotta a basso impatto, da adottare nelle aziende integrate o biologiche.

Per quanto riguarda il progetto Biovitamina, a tutt’oggi per le coltivazioni biologiche la cimice asiatica è ancora un problema, non si sono evidenziate fra le soluzioni sperimentate particolari risultati di contenimento all’infestazione.

Altre iniziative di ricerca

Significativi anche i risultati di altri progetti tra cui Cimice.net in cui è stata realizzata una piattaforma “Big Data” per monitorare i dati sulla presenza e l’evoluzione delle popolazioni di cimice asiatica, attraverso monitoraggi settimanali eseguiti in 160 siti per anno. I dati raccolti sono utilizzati per la redazione dei Bollettini settimanali di Produzione Integrata e Biologica e per elaborazioni complesse incrociati con i dati meteo, con quelli pedologici e agroecologici.

In sinergia col progetto nazionale di lotta biologica alla cimice asiatica nel progetto Haly.bio è stata valutata la capacità di diffusione, insediamento ed efficacia di parassitizzazione sulle ovature di cimice asiatica di vari parassitoidi sia indigeni (Anastatus bifasciatus) sia esotici: Trissolcus mitsukurii e, soprattutto, Trissolcus japonicus anche noto come “vespa samurai”, che è stato introdotto in Emilia-Romagna con lanci inoculativi eseguiti dal Settore Fitosanitario regionale. Nel triennio 2020-2022 sono state campionate oltre 6.500 ovature di cimice asiatica, verificando l’insediamento e la crescente diffusione del T. japonicus sul territorio regionale. A conclusione del progetto si può affermare che l’impiego di parassitoidi nell’ambito della lotta biologica alla cimice asiatica sta fornendo risultati positivi e promettenti, ma ci vorranno ancora alcuni anni prima di poter vedere un contenimento significativo delle popolazioni di cimice asiatica, che si traducano in riduzione dei danni provocati sulle produzioni agricole.

Un altro approccio si è basato sul “Mass trapping”, la possibilità di attrarre ed eliminare in massa le cimici con apposite strutture. Le diverse prove sperimentali hanno permesso la messa a punto della migliore combinazione di: dosaggio del feromone di aggregazione, del colore attrattivo e del posizionamento della struttura per la cattura massale. Questa tecnica si sta diffondendo tra gli agricoltori, grazie alla sua semplicità. Sulla base di questi risultati, si sta lavorando per una evoluzione di questa tecnica denominata “Push&Pull”, che combina l’azione attrattiva delle trappole con la distribuzione di repellenti nei frutteti.

Nell’ambito del progetto Alien.stop sono state messe a punto strategie innovative per la gestione della cimice asiatica basate sull’ottimizzazione dell’impiego e la combinazione degli strumenti disponibili sia per il contenimento diretto, come insetticidi e prodotti di origine naturale o deterrenti, sia per la prevenzione, ad esempio con le reti anti-insetto da applicare su diverse colture frutticole, in particolare il pero. Assieme all’impiego di prodotti biologici è stato sviluppato l’impiego di reti multifunzionali per la protezione dei frutteti dai danni da cimice, constatando la lor rilevante efficacia.

Infine, sono stati realizzati sistemi integrati sostenibili di comprensorio per il controllo della cimice asiatica. Il progetto puntava ad individuare dei mezzi tecnici a basso impatto per il contrasto della cimice asiatica. I migliori risultati sono stati ottenuti utilizzando trappole per il monitoraggio, la tecnica dell’attract and kill (A&K) e l’applicazione di bio insetticidi. Per quanto riguarda le trappole A&K sono state testate le diverse tipologie identificando la più efficace, che prevede la combinazione di telo collato e vasca sottostante per la raccolta delle cimici.

Ultimo aggiornamento: 17-03-2023, 10:43