I mezzi di lotta alle cavallette
La lotta alle cavallette è soprattutto preventiva per contenere i danni alle colture ed i disagi alle persone entro termini accettabili. Innanzitutto è importante un monitoraggio tempestivo delle “grillare” (le aree di ovideposizione) da cui, in primavera, partiranno le infestazioni. Tutti gli interventi di lotta (agronomici, meccanici, biologici) , per essere efficaci, devono essere effettuati prima della dispersione delle cavallette adulte.
Mezzi agronomici
Individuati i luoghi di deposizione delle uova, occorre eseguire delle lavorazioni profonde per distruggere i cannelli o esporli agli agenti atmosferici, preferibilmente prima dell'inverno. Nelle aree soggette ad infestazioni ricorrenti è opportuno anche il rinnovo dei prati vecchi e dei medicai o comunque la messa in coltura delle superfici.
Mezzi biologici
Quasi tutti gli uccelli sono attivissimi predatori di cavallette, soprattutto nel periodo in cui accudiscono alla prole. Le faraone, in particolare, possono essere impiegate per contenere le infestazioni nelle vicinanze di centri aziendali, agriturismi e abitazioni. Esistono anche diversi preparati di origine biologica potenzialmente attivi sulle cavallette neonate e in corso di sperimentazione. Non risultano però ancora registrati in Italia e, di conseguenza, non sono ancora utilizzabili su vasta scala.
Controllo naturale
E' risaputo che le faraone, come del resto diversi altri uccelli (soprattutto tacchini e fagiani), sono attivissimi nel predare le cavallette. Sfruttando questa loro abilità è possibile realizzare un controllo biologico delle infestazioni partendo dai centri aziendali, e cioè proprio dai punti in cui le cavallette sono più fastidiose. Dopo alcune esperienze negli anni '80, la lotta biologica alle cavallette mediante l'utilizzo delle faraone, è stata riproposta su larga scala negli ultimi anni. In alcune province della regione (Bologna, Modena e Parma) sono state messe in atto con successo alcune iniziative pilota successivamente adottate anche in altre regioni italiane. Le cavallette hanno anche altri nemici naturali: fra i principali troviamo il fungo entomopatogeno Entomophthora grylli che attacca e uccide gli adulti e il coleottero meloide Epicauta rufidorsum la cui larva vive nel terreno ed è assai attiva nel predare le uova. L'azione di questi fattori di contenimento naturale va salvaguardata anche se, spesso, non è sufficiente a contenere le infestazioni più gravi.
Mezzi meccanici
Durante il periodo di nascita delle neanidi o comunque sulle prime fasi giovanili, sono possibili tentativi di contenimento dell'infestazione con mezzi meccanici idonei (es. rulli) effettuando gli interventi nelle ore serali o notturne quando le neanidi sono concentrate e immobili. Intervenendo con gli stessi criteri si possono ottenere buoni risultati anche con aspiratori mobili, mentre delle barriere (reti ed altro) possono essere impiegate per difendere gli orti o altri ambienti urbani. Queste barriere possono essere abbinate ad esche insetticide a base di spinosad, un prodotto di origine naturale poco tossico per le persone e gli animali domestici che va in ogni caso impiegato in maniera localizzata.
Mezzi chimici
Per combattere le cavallette l'utilizzo su vasta scala di insetticidi chimici è quasi sempre inopportuno e del tutto inutile sulle forme adulte (quelle che in genere creano disagi alla popolazione). Inoltre, l'impiego di grandi quantità di insetticidi nei nostri ambienti collinari è assolutamente sconsigliabile per considerazioni di tipo ambientale e in virtù della loro vocazione turistica.
Come difendersi dalle cavallette (PDF - 102.0 KB)
Agricoltura - ottobre 2010