Peronospora destructor (Berk.) Casp. ex Berk. Mildiou de l'oignon, Downy mildew of onion, Mildiu de la cebolla, Falscher mehltau der zwiebel

E' una delle più gravi malattie crittogamiche della cipolla e di altre liliacee del genere Allium (scalogno, aglio, porro). In condizioni ambientali favorevoli può provocare danni considerevoli sia in termini di quantità delle produzioni che di qualità dei bulbi.

Sintomi

Sulle foglie le infezioni di peronospora danno origine a macchie decolorate, allungate  longitudinalmente, di dimensione variabile. In condizioni di elevata umidità atmosferica, queste lesioni tendono ad espandersi, confluendo tra loro, e i tessuti infetti si ricoprono di una muffa grigio-violacea; se l'aria è secca, le aree infette vengono generalmente invase da altri miceti opportunisti e saprofitari come Stemphylium e Alternaria.
Le foglie colpite ingialliscono, disseccano all'apice e tendono a ripiegarsi verso terra, andando incontro a processi di marcescenza. La riduzione dell'apparato fotosintetizzante si ripercuote negativamente sullo sviluppo dei bulbi che rimangono più piccoli e di qualità scadente.

Le infezioni di peronospora sono particolarmente dannose per le colture da seme in quanto, oltre alle  foglie, la malattia può danneggiare anche gli scapi fiorali riducendone la resistenza. In corrispondenza delle lesioni, lo scapo si spezza e la produzione del seme viene compromessa.
La malattia può essere trasmessa attraverso il seme e attraverso i bulbi.

Agente responsabile

La peronospora è causata dal fungo Oomicete Peronospora destructor (sin. Peronospora schleideni). 
Si tratta di un patogeno igrofilo, il cui sviluppo è fortemente condizionato dall'umidità. Per questo motivo le piante risultano maggiormente soggette agli attacchi di peronospora in periodi molto piovosi e nelle zone a clima umido. P. destructor produce due tipi di spore: gli sporangi a cui è affidata la diffusione della malattia in condizioni ambientali favorevoli e le oospore che consentono al patogeno di superare condizioni avverse e di perpetuarsi da un anno all'altro.

Epidemiologia

La disseminazione nell'ambiente avviene ad opera degli sporangi prodotti sulla superficie delle lesioni a  carico delle foglie o degli altri organi aerei.
La sporulazione prende avvio di notte con temperature comprese tra 4 e 25 °C e umidità elevata (90-100%): gli sporangi si formano all'apice di rami sporangiofori che erompono dagli stomi dell'ospite e si distaccano nelle ore diurne successive, all'abbassarsi dell'umidità.

Trasportati dal vento e dalla pioggia, essi non rimangono a lungo vitali e per innescare le infezioni, una volta giunti a contatto della pianta ospite, necessitano di un velo d'acqua e una temperatura non superiore a 28 °C (minimo termico: 1 °C, valore ottimale 13 °C).
Il tubulo germinativo penetra attraverso gli stomi e si accresce invadendo gli spazi intercellulari e assorbendo il contenuto citoplasmatico delle cellule vegetali. Trascorso un periodo di incubazione, che di norma varia da una a due settimane, si formano nuovi sporangi in grado di dare inizio ad altri cicli infettivi.
 Il susseguirsi di periodi favorevoli alla malattia (notti con umidità prossima o pari al 100% seguite da  mattinate con pioggia o rugiada persistente) può portare a livelli di infezione molto elevati.
La conservazione invernale di P. destructor è a carico sia delle oospore che del micelio presente nei bulbi. In quest'ultimo caso le infezioni sulle giovani piantine che nascono da bulbi infetti possono prendere avvio per via sistemica subito dopo la semina.

Difesa

I disciplinari di produzione della Regione Emilia-Romagna per contenere la malattia suggeriscono un  uso limitato di fertilizzanti azotati ed un accurato drenaggio del terreno. I residui infetti della precedente vegetazione debbono essere distrutti e le irrigazioni effettuate solo in casi eccezionali.
Tuttavia il contenimento della malattia agendo solamente sulle pratiche colturali spesso non è sufficiente.
I trattamenti chimici risultano in molti casi necessari e maggiormente efficaci quando eseguiti nel primo periodo di rischio di sporulazione ed infezione. Pertanto l'utilizzo di un modello previsionale può risultare utile nella razionalizzazione della difesa antiperonosporica.
In Emilia-Romagna è stato validato il modello previsionale denominato ONIMIL (ONIon downy MILdew) in grado di determinare l'inizio della fase di rischio e i momenti relativi alle singole infezioni primarie di peronospora.


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